Mentre scrivo queste quattro fregnacce mi rendo conto che mai come in questa recensione, avvelenata come risulterà dal germe del personal pensiero, bisogni chiamare in causa quello che definirei il relativismo dei pareri: in parole povere mi accorgo che, nonostante abbia ricevuto maree di consensi, questo disco non ha veramente incontrato il mio interesse, nonostante le premesse non siano affatto state impalpabili, altresì si erano dimostrate oltremodo incoraggianti. La copertina con una figura maschile stesa su una vasca in un bagno di sangue (sgombro il campo da qualsiasi gioco di parole) che sgorga inesorabile dalle vene recise, la presenza di Herr Morbid dietro al monicker della "Tomba Dimenticata" (fatto tutt'altro da ignorare visto l'ingresso dello stesso nella line up dei magnifici Bethlehem, segno che gode di una posizione rilevante nella scena europea e non solo), le frasi all'interno del digipack (quella in mio possesso è la ristampa dell'Adipocere nel formato appena menzionato) che dipingono la lama come unica amica ("My Only Friend Remains This Knife"), in una vita che a vedere risulta svuotata da ogni minima gioia, tramutata in una continua marcia statica verso l'apatia suicida della depressione, costantemente seguiti dallo spettro dei ricordi.
Dette queste cazzate, a dire il vero pensandoci bene trovo inapprezzabili i punti uno e tre delle premesse, se non ricorrendo ad un infantilismo che, per l'arguta e sempreverde ironia della sorte, appartiene ad ogni blackster degno di tal nome; per quanto riguarda Morbid, riconosco il suo indiscutibile ruolo all'interno dello sviluppo di un genere oggi abusato e trendy come il depressive, e a lui va tutto il mio rispetto; noi però, come si suol dire, siamo qui per giudicare i fatti.
Ed i fatti vedono un disco che scorre via apatico, che scivola via senza sussulti, senza emozionare più di tanto, a causa di problemi di varia natura: per prima cosa la produzione, fin troppo pulita e plasticosa, ennesimo prodotto di quell'aborto travestito da studio di registrazione rappresentato dagli Abyss Studios (che ci volete fare, registrare lì fa figo, evidentemente); una drum machine che da all'insieme un tocco di impersonalità preoccupante, risultando una componente quasi dannosa visto il fatto che procede senza incidere, comprimendo quella che è la dinamica stuprata del disco; la voce di Morbid, filtrata, effettata, storpiata, quasi da non risultare umana, impossibilitando quindi la trasmissione di quella psicopatia, malattia mentale, disagio esistenziale, tristezza, depressione che ogni cantante del genere dovrebbe possedere; un songwriting a tratti eccessivamente minimale quasi da scadere irrimediabilmente nel banale, debitore fino alla bancarotta dei Katatonia di "Dance of December Souls" e "Brave Murder Day" (certi riff rasentano il plagio). Si salvano alcuni arpeggi, qualche riff di "Disheartenment", ma niente di più, tutto il resto è uno scorrere sommesso di apatia, tanto il disco in questione è impalpabile e abulico. Paradossalmente la traccia che mi ha un pò colpito è la bonus track "Desolated Funeral", con un main riff che, seppur clone dei Katatonia e ripetuto fino all'eccesso, riesce a smuovere qualcosa a livello emozionale, TUTTO IL RESTO E' NOIA.
P.S.: prima che orde di maniaco depressivi pretendano la mia testa (o le mie vene) su un piatto d'acciaio, ribadisco che quanto scritto fin'ora rispecchia semplicemente le mie opinioni personali, che non hanno nessuna pretesa di essere innalzate a bibbia dell'universo o simili, fermo restando che, seppur le abbia proferite negativamente, nutro un discreto rispetto per Morbid. Ho espresso il mio giudizio, ora me ne torno seduto ad ammirare in religioso silenzio.
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