E questi da dove caspita sbucano fuori?

Premesso che il loro album di debutto non può assolutamente essere valutato quale lavoro sufficiente, anzi opterei per un gravemente insufficiente, però non è neppure il caso di snobbarli senza remore o di non parlarne del tutto. Perché, a differenza di quel milione di gruppi che continuano imperterriti a produrre fotocopie e a consumare inutilmente toner e fogli di carta (con conseguente deforestazione...), i Formloff sono su di un altro piano.

I Formloff provano a fare, il che si traduce con suonare, comporre e creare, qualcosa di intrinsecamente proprio. Solo che l'impressione è che avrebbero dovuto chiarirsi le idee tra di loro (sono in due, Bernt Karsten Sannerud e Marius Sjøli) prima di rilasciare "Adjo Oilo"...! Dire che partono da un qualcosa che potrebbe essere avant black è abbastanza facile, ma poi ci mettono in mezzo contaminazioni elettroniche, programmate e sintetizzate che, così come sono, non apportano alcun valore aggiunto, anzi risultano confusionarie oltre misura. Poi ci sono aperture progressive, altre death metal, altre ancora tra il pop surreale e il rock teatrale e innesti di organo e mandolino, ma a regnare sovrana è la confusione e, il che ne determina la condanna, l'approssimazione.

Quasi che il tutto fosse stato fatto per cercare di stupire, ma senza riuscirci...!

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