Che si usi sempre più impropriamente l"espressione nu metal da quando è uscito "Hybrid Theory" dei Linkin Park, dovrebbe essere chiaro a tutti. Ora il loro presuntuoso lato hip hop (che ci fa arrovellare più di tutti su questa cazzata del nu), dopo "Meteora" e una sfilza di orrendi tappabuchi se ne esce con un progetto collaterale.

Perfino il nome Fort Minor è da microcefali. "The Rising Tied", come ogni lavoro a firma Mike Shinoda, è prodotto e curato con pomposità ai limiti del ridicolo. I brani sono roba finta alternativa, con poca personalità e con cui Shinoda non riesce ad evolversi musicalmente.

"Where"d You Go" sembra copiare sia "Stan" di Eminem che la linkinista "My December", "Remember The Name" è un po' dozzinale, e le tematiche di "Kenji" non convincono appieno (se Shinoda ha quasi 30 anni, suo padre ne ha 70-80?). Accettabili sono però le facete "Petrified" e "Believe Me", il quasi rap metal di "Red To Black" (che richiama un pò "Papercut" e un pò "Sour" dei Limp Bizkit) e la presenza nel disco di rapper un pò più credibili e scafati.

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