Fu Josi, con un commento sulle Sessions di Kruder e Dorfmeister, a ispirarmi all'ascolto di Kieran Hebden + Steve Reid (il cui album sarà il mio prossimo obiettivo).

Venni così inevitabilmente a conoscenza delle passate esperienze musicali di Hebden, già membro dei "Fridge" poi unica mente dietro il marchio "Four Tet" sotto il quale pubblica diversi album, due dei quali, "Rounds" ed "Everything Estatic", già recensiti su DeBaser.

Ormai fiducioso e forte delle Sessions di Hebden+Reid, inizio l'ascolto di questo "Pause" e subito rimango estasiato da una delle più belle e profonde tracce dell'album "Glue of the World"... una canzone che sono sicuro di aver già sentito più volte in passato, che ora si stampa indelebilemente nel mio cervello... troppo vivida e pura! Dopo aver premuto "repeat" per tre o quattro volte, mi decido a proseguire e nonostante Kieran faccia del suo meglio, il mio cervello affanna per staccarsi dalla "colla del mondo"... passando per "twenty Three", oltre alla bella e sapiente ritmica, ritrovo samples di campane tubulari, forse riutilizzate in parte per la stupenda "Morning Prayer", nelle Sessions con Steve Reid, ma nonostante questo, il tasso di gradimento continua a salire costante.

Man a mano che si procede i toni dell'album cambiano e si fanno più diretti, vedi per esempio il piedino battente stile Techno di "Untangle" che, mescolato ad arpeggi di arpa (per la prima volta sperimentati proprio in quest'album, come pure quelli di chitarra), oltre a far godere all'ascolto, mettono di buon umore.
Una leggera virata verso ritmi Post-Rock arricchiti da chitarra e piano molto espressivi ci confermano ancora che "Everything is allright", così che l'ascolto fila via liscio lasciando un retrogusto agrodolce e tanta voglia di ricominciare l'esperienza auditiva dall'inizio... anche se vale la pena di arrivare fino in fondo, dove aspetta inaspettata "You Could Ruin My Day", bella tanto per forma quanto per sostanza (musicale si intende:).

Che dire in definitiva ? Trovare album di questo spessore e capaci di comunicare così tante sensazioni "grazie" all'assenza di testo non capita certo tutti i giorni... Kieran dimostra grande orecchio e sensibilità musicali e per fortuna non sperimenta necessariamente strade già battute da altri, anche se tutto ciò è relativo, in quanto la sua capacità compositiva incollerebbe comunque all'ascolto. Un album genericamente vario e sentito dunque, questo "Pause", carico di atmosfere pure, estatiche, capaci di mettere d'accordo cuore e mente, sì, questa è la definizione ideale...

Ovviamente un "must" (come tutta la sua discografia, d'altronde) per chi come me vive di questi suoni e un ottimo disco per chiunque altro... nulla da aggiungere. Ah il voto sarebbe un 4,5 ma conoscendo ormai voi le mie preferenze musicali, non mi biasimerete per aver arrotondato per eccesso ;) Byez

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