E non posso fare a meno, quando attacca "Love Cry", di pensare al martello, all'incudine e alla staffa: il martello, mano nella mano con la membrana del timpano, piglia a calci in culo l'incudine che, a mo' di vendetta, si scaglia contro la piccola staffa: a vederli da fuori, certamente, sembrerebbero ballare: là, nella cassa del timpano, a metà strada fra l'idiota dimenarsi delle molecole d'aria, all'interno del meato acustico esterno, e il ganglio spirale, appendice del Pensatore.

Ma, mettendo da parte i deliri anatomici, parliamo - più esplicitamente - di questo nuovo lavoro del nostro Four Tet, lavoro che, grazie a Dio (o chi per Lui) apre questo II decennio del XXI secolo. Sintesi è la parola chiave. Non può che essere così per uno come Kieran, uno che ha lavorato con gente spessa (Steve - quello delle Pelli - e Burial il tenebroso), e che, in tali frangenti, ha sempre assunto la forma di un rotolone Scottex super-assorbente (sì, la Scottex mi paga, e allora!?).

Uno che viene dal post-rock del suo "gruppo giovanile": i Fridge. Uno che "I started checking out some free jazz records, lots of 70s Miles Davis and late 60s Impulse. It was like music I wished existed" (Pitchfork, intervista a Kieran Hebden di Patrick Sisson, 18 Gennaio 2010).

Sintesi, inoltre, con l'esperienza pratica: il tempo passato al "Plastic People" (club di Londra, NdA) come resident-DJ, l'ha portato, dal grezzo delle sue idee, a forgiare i brani di questo "There Is Love in You": proponendo, raccogliendo feed-back e rivedendo. (A proposito della parentesi "Plastic People" è consigliato l'ascolto di questo). E non dimentichiamo che, il nostro, prima che al "Plastic People", aveva rivestito i panni del DJ alle feste organizzate dalla "Border Community" di quell'altro geniaccio, James Holden ("The Idiots Are Winning" è qualcosa che mi sento di consigliare vivamente), che - "conoscendolo" - gli ha sicuramente giovato.

Ma, soprattutto, è - come chiamarla - la "voglia di musica" che pervade questa quinta fatica di Four Tet: l'urgenza di farla, di consumarla, di manipolarla - piegandola o lasciandola esplodere -, di sentirla, sentirla davvero. Tutto questo (e, molto probabilmente, altro) è "There Is Love in You". Buon ascolto.

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