Progressive metal, jazz, folk, musica sinfonica, ritmiche latine. Il tutto in un solo album, "e l'modo ancor mi sorprende".

Provengono dalla Grecia, e come dei moderni Omero riportano in musica il tema del viaggio: di un uomo gravemente ammalato che decide di abbandonare la moglie e la figlia per paura di non riuscire ad assicurargli una vita felice.

"A Tribute To Life" (loro secondo album) è quindi un concept, uscito nel 2005 e suddiviso in due CD, un lavoro maestoso, che riesce nel difficile intento di non far calare l'attenzione dall'inizio alla fine, tali e tante sono le variazioni, gli spunti e i cambi di stile anche nel corso di uno stesso brano. La produzione, chiara e pulita, fa risaltare ogni singolo strumento mettendo in luce una fantasia compositiva fuori da ogni immaginazione e una tecnica non fine a se stessa, come invece accade ultimamente per molte band prog metal (qualcuno ha detto Dream Theater?) .

Sarei troopo prolisso nel descrivere tutti i brani e probabilmente non riuscirei a rendere giustizia a cotanta bellezza.

Dirò che troverete brani strumentali: la sinfonica "Where Everithing Begun", l'apoteosi chitarristica in "Falte Rohmat A Chara" o la divina "Renaissence"; episodi folk metal "Ya Va Leggando El Dia" o "The Sun Shines For All Or Us"; composizioni inclassificabili come "From East To West" o "Love and Loss" e altri propriamente heavy "Heart Of The Lion" e "Somewhere".

Mi fermo qui. Il resto lo lascio a chi vorrà fare proprio questo CAPOLAVORO ingiustamente ignorato dal panorama metal mondiale.

...un giorno mi ringrazierete...

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