Francesco De Gregori è uno dei migliori cantautori italiani, il più autentico "figlio" nostrano, benché non mero clone, di Bob Dylan.

Fulcro delle sue canzoni sono i testi: ermetici, metaforici, poetici. Le musiche sono quasi sempre semplici e svolgono preminentemente una funzione di accompagnamento al cantato. Gli strumenti preferiti dall'artista sono la chitarra acustica, il pianoforte e l'armonica. La voce di De Gregori, particolarissima e nasale, interpreta, spesso in falsetto, più che cantare.

De Gregori raggiunse l'apice della propria poesia a cavallo tra gli anni '70 e '80, dall'album "Alice" del 1973, al suo più grande hit "La Donna Cannone" del 1983.

Questa raccolta, ormai fuori commercio, include quasi tutte le sue migliori composizioni di questo primo decennio.

Si parte con i tre brani più famosi: la poetica "La donna cannone", con una stupenda melodia disegnata al pianoforte, la struggente e disincantata "Rimmel", forse la migliore composizione dell'artista, e la malinconica ballata-inno "Generale", che si apre con l'evocativo ed indimenticabile incipit "Generale, dietro la collina/ ci sta la notte crucca ed assassina/..."

Altri imprescindibili episodi della carriera di De Gregori sono senza dubbio la stupenda ballata pianistica "La leva calcistica della classe '68", trasposizione metaforica della sconfitta della generazione che aspirava alla rivoluzione, la dolcissima "Pezzi di vetro", l'apparentemente allegra "Titanic", la struggente ode alla libertà di "Due zingari", la serena "Raggio di Sole", la marziale "Viva l'Italia" ed infine la dylaniana "Buonanotte Fiorellino".

Chiudono la raccolta alcuni brani minori, comunque mai banali e trascurabili: la dolce ed ingenua "Piccola Mela", la metaforica "Quattro Cani", la triste "Festival", dedicata a Luigi Tenco, la malinconica "Natale", le melodie più allegre di "Piano Bar" e "Renoir", le ermetiche "Alice" e "Pablo", la gioviale "Caterina" ed infine la commovente "I muscoli del capitano".

Dopo questo decennio d'oro, De Gregori perderà progressivamente l'ispirazione, dando alla luce album sempre meno riusciti, con pochi brani che possono essere messi sullo stesso piano dei suoi classici.

"Le origini" è, in definitiva un'ottima raccolta delle canzoni di De Gregori. Le uniche perle mancanti sono, a mio avviso, "Niente da capire", "Atlantide" e "Ma come fanno i marinai", composta e cantata con l'amico Lucio Dalla.

In un ideale canzoniere dell'intera carriera dell'artista romano inserirei anche le più recenti "Il bandito e il campione", "La storia", "Adelante! Adelante!", "Bellamore", "Stella della strada" e "Cose".

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