Francesco De Gregori, il principe dei cantautori, il principe della musica italiana torna sul panorama delle vendite con grande stile e con un album a dir poco bellissimo, nella musica e nei testi.
Era il 2001 quando uscì "Amore Nel Pomeriggio", e adesso a distanza di quattro anni De Gregori pubblica questo album "Pezzi", come in un puzzle: Guerra, politica, ricordo, riflessione.
Un De Gregori mai uguale a se stesso, sempre in cambiamento, suoni semplici e testi poetici.
Le tracce sono dieci, e alla fine del cd viene voglia di riascoltarlo da capo.
Francesco è riuscito ad incantare ancora una volta e sono sicuro che è un album che venderà molto e che sarà apprezzato da tutti. Qualcuno ha definito i brani troppo Dylaniani, ma secondo me, anche se si sa che De Gregori è un Dylaniano, le canzoni di De Gregori sono di De Gregori, e quelle di Dylan sono di Dylan.
Ecco i brani:
VAI IN AFRICA CELESTINO!: E' il pezzo radiofonico che fa da apripista a tutto l'album, frasi in ripetizione, a ritmo di un treno. Geniale.
NUMERI DA SCARICARE: Una canzone riflessiva a ritmo di blues che parla di guerra, di odore di bruciato, di bambini; un'attenta riflessione su ciò che accade nel mondo e il guardare da spettatore i suoi orrori.
GAMBADILEGNO A PARIGI: Una canzone stupenda che sembra un sogno; quando l'ascolto provo ad immaginare il contesto, e devo dire che questo merge di musica e poesia è il migliore dell'album.
TEMPO REALE: I ritmi rock di questa canzone fanno da accompagnamento ad un testo molto reale che parla del mondo come va, dello schierarsi da una parte o dall'altra solo per convenienza, del materialismo e della povertà.
PAROLE A MEMORIA: Una canzone nostalgica, dei se e dei ma. La canzone del rimpianto e non del rimorso. Già me la immagino cantata dal vivo...
LA TESTA NEL SECCHIO: Sembra una canzone scritta in un momento preciso della vita quando si cominciano a fare le somme e le sottrazioni di ciò che si è vissuto. Una riflessione e tante domande di ciò che si è fatto e di ciò che si voleva fare. Un'ottima canzone.
PASSATO REMOTO: E' una canzone poetica sul rimpianto di un rapporto perduto. I versi scorrono dolcemente e finiscono improvvisamente come in un addio senza saluto. Grande De Gregori.
IL PANORAMA DI BETLEMME: Il contesto di questa canzone è quella delle guerra in Palestina; il tutto ruota attorno ad un uomo che è costretto a ribellarsi per difendere la propria dignità umana. Un uomo stanco di essere oppresso. Bei ritmi e voce stupenda.
LE LACRIME DI NEMO - L'ESPLOSIONE - LA FINE: Questo stupendo testo accompagnato dal pianoforte sembra quasi una preghiera, un desiderio di essere guidato da un chiaro di luna per percorrere le strade di questa vita sempre più piena di ostacoli nel mondo.
IL VESTITO DEL VIOLINISTA: Non c'era modo migliore per chiudere quest'album; è proprio questa canzone che da il "la" per riascoltarlo tutto dall'inizio. La voce di De Gregori e il suo coro di sottofondo riescono a mettere in risalto un ritmo rock di accordi semplici per parlare ancora una volta di quest'era contemporanea con la speranza di vivere un giorno tempi meno migliori.
Come ho detto prima, a questo punto la voglia di far ripartire il cd è tanta...
Se posso darvi un consiglio, comprate questo bellissimo album che alza decisamente la media qualitativa della musica italiana. Adesso che l'ho comprato e più volte ascoltato, mi sembra doveroso dire: Grazie Francesco per le belle canzoni che ci regali!
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