A distanza di quasi un anno Francesco Guccini ha pubblicato, a suo nome, due antologie di brani suoi rivisitati da altri.
Note di viaggio n. 1: venite avanti e Note di viaggio n. 2: non vi succederà niente sono i due album con cui l'Autore è ritornato alla discografia, dopo L'ultima Thule, annunciato come ultimo album della carriera di soli inediti.
Guccini ha mostrato interesse e piacere nel vedere i suoi classici ricantati da personaggi diversi per vocalità e generazione.
Entrambe le raccolte sono impreziosite ciascuna da un inedito: la bellissima "Natale a Pavana" ascoltare per credere; e "Migranti", quest'ultima più di mestiere, vista l'attualità della tematica.
Per quanto concerne le cover, esse sono ventidue, undici per album, e nelle tracklist vi è una sostanziale alternanza di voci maschili e femminili.
Senza passare in rassegna ogni singolo brano, mi limito ad elencare quelle che ho preferito.
"Incontro" di Ligabue è davvero sentita, ed era già stata utilizzata nel film Radiofreccia 25 anni fa; anche "Scirocco" della siciliana Carmen Consoli si addice alla sua vocalità e alla sua terra; da brividi la personalissima versione di "Stelle" di Giuliano Sangiorgi, ascoltare per credere anche qui; nella prima raccolta da notare anche "Quattro stracci" di Francesco Gabbani. Ma credo che la migliore sia "Canzone delle osterie di fuori porta" cantata da Luca Carboni e Samuele Bersani, due frequentatori dell'Osteria da Vito all'alba del loro percorso artistico. Canzone per questo davvero calzante ai due artisti.
Nel secondo lotto di canzoni, "Autunno", cantata da Emma e Roberto Vecchioni, spicca per poeticità, come pure "Vedi cara" interpretata da Vinicio Capossela. Ma è su due versioni che bisogna applaudire più degli altri casi: "Farewell" con Jack Savoretti e "Culodritto", dedicata alla figlia Teresa 35 anni fa, cantata da Levante.
Ultima menzione per Fabio Ilacqua, che poi arrangerà Canzoni da intorto, e Mauro Pagani, grandissimo musicista e arrangiatore di tutti i brani dei due Note di viaggio, oltre che interprete, con Manuel Agnelli, della celeberrima "L'avvelenata".
Entrambi gli album sono stati pubblicati con la BMG, dopo 45 anni passati alla EMI.
Agli album do un 3,5 complessivo, per il solo repertorio scelto sarebbe anche 4, ma alcune interpretazioni poco convincenti e troppo di mestiere tolgono mezzo punto all'intera iniziativa.
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