Dopo due album con la band dei Criminal Jokers ed una buona dose di esperienza live, maturata attraverso fitte collaborazioni con artisti del calibro di Nada, Zen Circus e Pan del Diavolo, il polistrumentista Francesco Motta, piomba a sorpresa sul mercato con il proprio esordio da solista, nel marzo del 2016. La sorpresa sta tutta nel fatto che malgrado il nome di Motta fosse fino a quel momento pressochè sconosciuto al grande pubblico, fra gli addetti ai lavori già da tempo si faceva un gran parlare di questa imminente pubblicazione, con la stessa strana attesa che aveva accompagnato in novembre, l’esordio di Calcutta. Il disco è prodotto assieme a Riccardo Sinigaglia, e proprio in virtù della reputazione che Motta si è fatto nell’ambiente indie può vantare delle collaborazioni di tutto rispetto, specie per un esordio: compaiono, infatti, tra gli altri Laura Arzilli (già moglie e collaboratrice dell’ex Tiromancino) al basso, assieme a Giorgio Canali e Cesare Petulicchio dei Bud Spencer Blues Explosions rispettivamente alle chitarre e all’elettronica. La fine dei vent’anni, la cui copertina gioca evidentemente con l’iconografia di Jim Morrison, verte fondamentalmente su temi ampiamente indagati dai cantautori indie, malgrado ciò riesce a tenersi a debita distanza da frasi fatte e malinconie nichiliste. Il timbro precario di Francesco è riconoscibilissimo e fa da contrappeso a ritmi molto caratterizzanti e ben arrangiati che vanno dal lisergico-ossessivo-tribale di Prenditi quello che vuoi, al reggae di Mio padre era comunista, ad accompagnare un sound generale che ricorda, per ovvie ragioni, i Tiromancino ed il primo Max Gazzè. Un esordio che merita il giusto riscontro ricevuto e che fa della genuinità il suo punto di forza: Francesco Motta è asciutto, diretto, atteggiamento di vaga strafottenza che ricorda Richard Ashcroft, energia e qualità. Ottimo esordio.
“Amico mio sono anni che ti dico andiamo via
ma abbiamo sempre qualcuno da salvare”
Nota di colore: nel video del singolo La fine dei vent’anni, compare Giovanni Truppi: se ancora non lo conoscete precipitatevi su youtube.
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