Un paio di giorni fa girovagando mi trovavo su e-mule dove quasi per sbaglio mi sono imbattutto in un file .zip all'interno del quale era contenuto questo album correlato di artwork e tanto di file .txt da parte dell'artista dove c'era scritto che contravvenendo a tutte le politiche di mercato ha registrato da solo in casa questo lavoro ed ha deciso di Distribuirlo Gratuitamente tramite P2P.
L'idea onestamente mi è piaciuta molto così non solo ho deciso di ascoltarlo, ma pure di recensirlo al fine di promuovere tutti i ragazzi che fanno musica nell'underground per passione e che la distribuiscono gratis senza chiedere niente a nessuno. Senza avere la minima idea di cosa mi apprestavo ad ascoltare ho cliccato il tasto esegui in winamp... e l'album è partito...
Il lavoro in questione è interamente strumentale fin dalla prima traccia "Trees of Coincidence" si evince l'idea dell'autore di voler creare (tramite loop, rumori di sottofondo e strumenti suonati) un sound che cerchi d'intrecciare ambient, psichedelia ed un certo gusto new age al fine di accompagnare l'ascoltatore verso paesaggi onirici ed immaginifici, come solo le più arzigogolate sperimentazioni Tedesche anni '70 cercavano di fare. Grazie anche ad un capione tratto dal brano "Roots of Coincidence" firmato dalla coppia Metheny/Mays (come annotato nel book) la traccia scorre in maniera molto piacevole e quasi non ti accorgi nemmeno di essere già giunto alle soglie del secondo brano "Karma", pezzo esclusivamente giocato su pochi loop di chitarra stra effettata e su una brevissima, quanto stranissima, base ritmica. Il connubio non è male... l'atmosfera creata è a tratti mistica ed a tratti quasi ipnotic. Nonostante questo brano sia meno interessante e coinvolgente della prima traccia riesce a scorrere bene ed a centrare il segno.
Con la terza traccia "Sacred Blood" le aspettative che iniziavo a riporre sul disco sfarinano un po' a parer mio il connubio World Music misto a rumori urbani è sintetici non sortisce l'effetto che probabilmente l'artista intendeva ricreare. Fortunatamente la traccia è breve e prima che stacchi tutto parte la suite "Chtulhu's Cicle" che è senza dubbio uno tra i migliori momenti dell'album. Atmosfere cosmiche, ancestrali alla Pink Floyd di Echoes catturano subito l'ascoltatore prima di spiazzarlo con l'ingresso di una melodia eseguita da un carillon... il brano cambia continuamente a volte sembra di ascoltare il poeta pazzo oppure le onde del mare e, se si chiudono gli occhi, è quasi possibile intravedere gli scenari visionari che caratterizzano i racconti del Ciclo di Chtulhu. Fin da quando ho letto i titoli delle tracce la mia attenzione è stata carpita da "@%#^§" pezzo che apre la facciata B... Brano molto sperimentale che grazie alla parte percussiva iniziale risulta molto più interessante e convincente di "Sacred Blood". A seguire c'è lo strumentale più corto del disco "Soft Cloud" questa traccia giocata tutta sul loop di tastiere e chitarre sortisce bene l'effetto di preparare l'asoltatore, tramite un piccolo break, alla parte più difficile dell'album e cioè il trittico "Lord Voldemort", "Wonder" e "Brand Blue Dream". Se il primo è una buona sperimentazione Dark-Elettronica che ben si addice al titolo ed il secondo riesce a guadagnarsi il premio di pezzo peggiore e più inascoltabile del lavoro, l'ultima traccia con i suoi quasi 13 minuti è un vero è proprio gioiellino, qui l'ascoltatore è scaraventato in uno scenario cosmico siderale... a tratti sembra di ascoltare atmosfere alla Klaus Schulze seppur molto più incerte e grezze... di questo brano non sono solo riuscito ad afferrare cosa l'autore volesse dire in quegli ultimi 30 secondi forse uno scherzo o qualcosa per dire: "SVEGLIA!!!".
In definitiva un primo lavoro, credo, che probabilmente non diventerà certo il mio album preferito, ma che vale la pena di ascoltare per l'iniziativa della distribuzione assolutamente no profit. Anche se qualcuno, a causa della forsennata e quasi spasmodica sperimentazione, potrebbe cestinarlo dopo i primissimi secondi.
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