Franco Franchi e Ciccio Ingrassia. Chi li ama, come noi, continuerà ad amarli; chi no, continuerà a credere di sapere qualcosa che noi non sappiamo.

Franco Franchi (definito da Francis Ford Coppola, in un momento di perdonabile delirio, "il comico per eccellenza") era un genio schizofrenico: lampi da incanto e battute scontate. Ciccio Ingrassia, invece, era un grande attore drammatico, dotato di un'intelligenza nettamente superiore alla norma. L'intervista trasmessa a "Fuori Orario", qualche anno fa, lascia allibiti per la memoria e la chiarezza mentale che lo contraddistinguevano. Quasi tutti lo ricordano come spalla di Franchi, ma sono le sue performance ne "Il Giorno della Civetta" e in "Amarcord" ad essere scolpite negli annali della recitazione.

Come ha scritto Massimo Bertarelli, esagerando un po', "erano attori di serie A in film di serie C". I loro film, capolavori nei nostri ricordi d'infanzia, scadono spesso nel banale, con sketch che sanno troppo di avanspettacolo. A volte mancava proprio la preparazione nelle scene, visti i loro folli ritmi di lavoro:  100 lungometraggi dal 1960 al 1970.

Ma questo film del 69 - quasi alla fine del loro sodalizio - è diverso dagli altri. Qui troviamo uno spessore che negli altri loro lavori non troviamo, con una trama compiuta e non semplicemente al servizio delle loro gag. Terribile satira sociale, con il povero che invidia il ricco e con il ricco che fa tutto per farsi odiare dal povero che alla fine sbotta:"Tua madre è e rimane la regina dei broccoletti". Demagogia e accuse di demagogia. Comizi che (quasi) nessuno ascolta, tranne quando arriva la battuta ad effetto che chiama l'applauso. Ma soprattutto satira politica al vetriolo quando viene chiesto all'usciere Franco Franchini (candidato al Parlamento per il Partito Comunista) da dove venivano i fondi con i quali il P.C.I. finanziava le sue (colossali) campagne elettorali.

Per il 5 basta solo l'ultima scena, con i due amici-nemici che prima si insultano in Parlamento e poi entrano, senza farsi vedere..., in una splendida Mercedes Coupé (proprietà del comunista Franchini...) con il celebre scambio: Franco: "Oggi abbiamo fatto finta di litigare abbastanza"; Ciccio: "Per salvare la faccia".

Il DeRecenZore DeRAXgliato la vide da bambino senza capire perché il babbo ridesse così tanto. Ne capì la grandezza solo dopo l'inciucio della Bicamerale - 30 anni dopo. Davvero un film fuori dal tempo. O, meglio, un film già visto.

Spero che su DEB, gli editors mettano una pagina dedicata a coloro che hanno reso la nostra infanzia ancora più bella. 

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