Secondo capitolo della trilogia Fleur, esce nel 2002 e prosegue con successo l'abile progetto commerciale di Franco Battiato. Inanella infatti due dischi di platino ed alla fine supera il primo Fleur, senza venire raggiunto dal secondo che uscirà di li a sei anni. Tutto bene allora? Dal punto di vista economico senz'altro, da quello musicale e fermo restando che siamo in ambito largamente pop, il risultato non mi appare molto significativo.

Battiato si cimenta con la riproposizione di 10 cover di grande successo, inserendo un unico inedito in duetto con Alice il penultimo brano "Come un Sigillo" oltre alla proposizione di una breve composizione di Richard Strauss. In genere questa operazione ha lo scopo di migliorare ed aggiornare musicalmente brani che hanno portato fortuna ad autorie ed interpreti, in questo caso il risultato è alquanto modesto risultando complessivamente una marmellata musicale che ha come filo conduttore la voce, ormai monocorde, di un Battiato ben lontano dai tempi migliori.

Dopo la frettolosa conclusione (un caso?) del brano d'apertura, si prenda ad esempio la riproposizione di "Impressioni di Settembre" a ben 40 anni dall'uscita del capolavoro della PFM, il cui confronto mi sembra francamente impietoso: manca completamente la grinta e il phatos del gruppo progressive, il celeberrimo assolo d'organo crescente risolto in qualche maniera, base musicale povera assai, insomma il nostro Franco non ha voluto stravolgere l'originale, ma tentando di conservarne il meglio ne ha prodotto una mala copia. Seguono un paio di brani adatti all'assopimento serale i cui autori, Chaplin e Lauzi probabilmente si rotolano ancora nella tomba, fino a giungere alla noia di "Col tempo sai" più un elenco di disgrazie che un brano di musica popolare.

Per fortuna c'è il celeberrimo brano di Caterina Caselli "Insieme a te non ci sto più" a risvegliare un po' la scena, anche se rimane evidente che il nostro eroe si trova a disagio con tanto movimento...... tornando decisamente più fra le righe con il capolavoro di Gino Paoli "Il cielo in una stanza" forse il brano meglio riuscito anche se suscita qualche perplessità la contrapposizione fra la batteria molto saliente ed il gruppo d'archi. Se riuscirete a sopravvivere ai tre sucessivi "Le tue radici" (già scarso in partenza, ma almeno un po' più vivace in questa versione rivisitata), "Se tu sapessi" (ancora un interminabile e melenso dispiacere postumo al povero Lauzi) e "Sigillata con un Bacio" (brano del 1962 caro alla gioventù del cantautore catanese e di cui riesce il recupero storico), potrete "gustarvi" la vera novità sulla stucchevole base d'organetto in cui risulta difficile quotare l'impegno dell'ospite ben ammalgamata in un pezzo che ha come unico pregio la limitata durata. Finale impegnatissimo in lingua teutonica, notoriamente molto adatta alla canzone popolare, per la recita di un sonetto di Hermann Hesse (nobel per la letteratura e scrittore tedesco più letto nel mondo assieme a Thomas Mann), che da grande estimatore del nostro paese, dove si spense nel 1962, avrebbe di sicuro apprezzato il gesto di Battiato, ma nulla più.

Giudizio arrotondato per eccesso grazie alla splendida copertina, qualità tecnica sonora da dimenticare, ma adatta ad omogenizzare la marmellata musicale.

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