Il primo pensiero che ho avuto alla fine dell'ascolto di "Inneres Auge" è che forse Franco Battiato oggi non è più troppo onesto con il suo pubblico.

Ho una grande ammirazione verso la persona ed ho, sin dagli esordi sperimentali, apprezzato la sua opera, ma dopo questo ascolto vorrei chiedergli quanta sincerità ci sia dietro questo suo ultimo lavoro, se non sia un album completato a forza per doveri contrattuali. "Inneres Auge" contiene tre inediti, una manciata di vecchie canzoni meno note, riarrangiate ma ben poco differenti alle precedenti versioni, una cover di "Inverno" di Fabrizio De André e una nuova versione di "Stage Door", già pubblicata in versione demo nel cd singolo "Shock In My Town".

Ho parlato di onestà perchè "Inneres Auge" è un singolo travestito da album e più onesto per me sarebbe stato farci attendere ancora qualche tempo aspettando magari un po' più di ispirazione. Non traspirano emozioni dai tre nuovi brani, che si parli della straniante "Title Track" di apertura, dal facile testo-denuncia contro i "Potenti" o che si parli dei lentissimi "Tibet" e "U' Cantu", quest'ultima una nenia in dialetto siciliano. Da salvare, in mezzo all'illogica selezione, la sentita interpretazione di "Inverno" e "Stage Door", piacevole novità per chi non ha comprato il singolo a suo tempo.

Da consigliare solo ai maniaci di Franco Battiato, a quelli che, come me, vogliono comunque avere qualsiasi cosa venga pubblicata a suo nome..

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