Con oltre un milione di copie vendute Franco Battiato nel 1981 entra prepotentemente nelle case di tutti gli italiani dando vita ad un fenomeno di vaste ed inimmaginabili proporzioni.

Lasciatesi alle spalle le sperimentazioni del decennio precedente di dischi come "FETUS" o "SULLE CORDE DI ARIES", già dal 1979 l'artista siciliano dà una sterzata decisiva verso la musica commerciale, ma mantenendosi sempre ad alti livelli di qualità, con gli ottimi "L'ERA DEL CINGHIALE BIANCO" e "PATRIOTS". Ma è con "LA VOCE DEL PADRONE" che il fenomeno assume larga diffusione: melodie di facile presa, orecchiabili, frasi tormentone, accattivanti, ma anche tappeti elettronici, secondo la moda dell'epoca, e testi colti, ermetici, ricchi di citazioni e riferimenti dotti, e non privi di sfumature sociali. Stranamente, in modo del tutto eccezionale, in Italia tutti incominciano a canticchiare di "gesuiti euclidei" e "minima immoralia"...

L'album infatti contiene singoli memorabili, importanti per la futura canzone d'autore italiana e ancor oggi belli, freschi ed originali, quali "Bandiera bianca", "Centro di gravità permanente" e "Cuccurucucu". Ma è tutto il disco a sorprendere per qualità e compattezza, da "Summer solitary beach" a "Gli uccelli", da "Segnali di vita" a "Sentimiento nuevo" non vi sono episodi minori. L'album entra di diritto nella storia della musica italiana e segna un passo decisivo per la carriera di uno dei più grandi artisti italiani, che però mai più ha goduto di tanto successo, pur sfornando album di grande valore, spesso alternando musica colta e musica leggera, senza quasi mai passi falsi.

Fondamentale.

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