Io amo questo ciccione perchè mi spiazza sempre. O quasi. Charles Thompson IV aka Black Francis aka Frank Black ha cambiato la storia della musica rock contemporanea. Non esagero, non sono più un giovane fan. Purtroppo. Il senno degli anni non può che riconoscere ai Pixies un ruolo di svolta, punto di appoggio per i successi di molte band. Band molte celebrate. Ma non il loro, di successo: solo il riconoscimento e la gratitudine di chi ha scopiazzato impunemente. Così l'annuncio dello scioglimento della band che Black comunicò tramite intervista a fan e band stessa rattristò solo pochi di noi. E diede il via ad una carriera solista bislacca e geniale, sempre pronto a reinventarsi, a indirizzare la sua infinita vena creativa verso orizzonti diversi. Pochi, anche meno di quelli rattristati di cui sopra, ne conoscono l'intero svolgimento. Ma poco importa. Perchè, dopo la reunion dei Pixies che ha partorito decine di concerti e due singoli sfiziosi ma interlocutori, Frank ha dato alle stampe un paio di lavori: il solo-per-fan-che-davvero-non-si-fanno-mancare-nulla "Frank Black Francis" e "Honeycomb".
E dopo ben 1114 caratteri non ho ancora detto nulla di Honeycomb. Mi perdonerete. Forse. Dunque: addio Catholics e reunion dei Pixies = voglia di urlare come ai bei vecchi tempi e di rockeggiare libero e selvaggio? No. Voglia di fare una gita a Nashville, di suonare assieme a musicisti come Buddy Miller, Spooner Oldham, Anton Fig e Reggie Young. Voglia di suonare musica country, spruzzata di blues, di registrare in quattro giorni (non ha mai avuto pazienza questo ex-ragazzo) con sessioni jazz-like. E di cantare come forse mai aveva fatto finora, perlomeno non per un album intero. L'attenzione all'intonazione è sorprendente, soprattutto per uno che non ci ha mai badato granchè. I toni dell'album sono pacati, il suono piacevolmente ovattato, la qualità dei musicisti è un godimento. Ai brani scritti da Frank si aggiungono ben tre cover, altra scelta inusuale per lui. Non avrei mai pensato di poter apprezzare un album di Frank intimista, con un mid-tempo imperante, addirittura un assolo di pianoforte, un tocco di swing ogni tanto.
È un album di una dolcezza e di una bellezza rara. L'equilibrio fra pacatezza ed energia "sottopelle" è mirabile. Merita l'ascolto, fidatevi. Le stelle sono 4. Perchè le 5 le tengo in serbo per un album che magari non uscirà mai.
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