Frank Black è un maledetto genio di ciccione e io gli voglio bene.

Gli ho voluto un bene dell'anima perchè mi ha penetrato brutalmente giù in fondo nelle trombe di eustachio fino a mettere a repentaglio il mio giovine apparato faringeo e poi mi ha portato tra le stelle dello spazio profondo in pieno coito, è lì che va la mia pistola, via verso lo spazio su un'onda di mutilazione, mi ha addomesticato, sono docile taaaaaame! Hey, che Zeus lo benedica, Black Francis, coi piedi su verso il cielo e la testa per terra e sott'acqua, e poi ancora extinction! Named extinction! E allora giù botte, ho la faccia spaccata, tutte le ossa rotte. E poi a rifare l'amore sulla strada per Roswell, con Joey che nella strofa suona due note, due cazzo di note ed è tutto così magico, e Kim, la dolce Kim, che ci guarda impazzire insieme e poverella si sente esclusa, sorride sempre meno, se ne va. E' tutto finito.

Ma c'è sempre stato un feeling speciale tra me e Francis, anche se lui non lo sa. Io lo sapevo che non sarebbe potuta finire così.

E allora eccolo il pischello dell'anno. L'anno era il '94 e io non parlavo neanche tanto bene a quei tempi, tra le pettinature orrende a funghetto e righe in mezzo varie, le tute da ginnastica sgargianti e pacchianate musicali postottantine pseudoavveniristiche che se le risento oggi mi fanno crepare dal ridere.

22 canzoni per un album sono troppe? No. Teenager Of The Year suona come se lo registrassero dopodomani, alla faccia delle pacchianate, è veloce e coinvolgente, lento e sognante. Lui ti sbatte e ti accarezza e tu lo ami: parte con Whatever Happened To Pong, furiosa, Frank incazzato nero sembra un Lou Reed affetto da sindrome di Tourette, arriva Thalassocracy e neanche mi accorgo. Chitarrona distorta, cantilena ossessiva, quanto ti voglio bene Frank. E allora riecco le fatine, riecco l'acustica e le atmosfere rarefatte, viene voglia anche a me di vivere qualcosa di astratto. Tappeti di tastiere e archi, chitarre minimaliste ma perfette, è Speedy Marie, ma soprattutto Sir Rockaby.

Siamo di nuovo tra le nuvole, Frank ora fa tutto da solo ma, diavolo di un pelatone, c'è qualcosa che mi fa impazzire nel suo modo di mettere un accordo dietro l'altro, nella sua voce, nel suo essere un cazzone sofisticatissimo, un fottuto genio della canzone da tre minuti. E' praticamente fisiologico. Ole Mulholland, spigolosa e sognante con quella chitarra lì, quella distorsione non violenta, che goduria. Bravo Lyle Workman, c'è posto anche per te nel mio cuore. Arrivo alle ultime tre tracce confuso e felice che neanche la Consoli e lì c'è Joey alla chitarra, lo sento che è lui. Dire che è un finale in bellezza è dire poco.

Finisce il viaggio e lo vuoi ricominciare da capo. Quanto ti voglio bene, Black Francis, Frank Black, grazie di tutto.

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