Gran parte del film drammatico The River, diretto nel 1929 da Frank Borzage e interpretato da Charles Farrell e Mary Duncan è andata perduta. Una versione ricostruita con i circa 45 minuti di film sopravvissuti, utilizzando immagini fisse e didascalie esplicative per colmare le scene mancanti, è stata prodotta dal Filmmuseum di Monaco, in collaborazione con le cinémathèques di Svizzera e Lussemburgo. Questa versione è stata proiettata nel 2006 dall'American Museum of the Moving Image di New York City. Film di estrema sensualità e crudezza grazie ai due ottimi protagonisti, entrambi molto in sintonia, è un film ambientato in un claustrofobico sito delle Montagne Rocciose, dove nonostante l'inquietante presenza di un corvo ammaestrato, la lotta tra il bene e il male sarà sempre di esito incerto sino alla fine.
Riproduco qui di seguito una buona recensione del 1999 a cura di Martino Breve

"Un pericoloso vortice d'acqua, un corvo inquietante che osserva e custodisce la donna, l'ambientazione in un crepaccio abissale, bufere di neve violente, l'angoscia che nasce dall'ultimo treno da prendere, mentre la donna fatale si prende gioco del giovanotto candido e semplice. Quello di Frank Borzage è un cupo melodramma d'amore intinto nell'horror e nel gotico. È magistrale il gioco di sguardi ed espressioni che orchestra nell'attrazione reciproca fra Bene e Male, fra beata ingenuità e cinismo crudele, fra l'impeto (la lotta epica fra lo spaccalegna e la natura) d'un corpo ed una mente sani e la sensualità letale d'una Femmina Folle, languida, dominatrice, la cui carica erotica è stretta fra l'esplicito invito a possederla senza impegno e il grande gesto d'amore della stretta calorosa finale del corpo. Grazie anche a recitazioni che hanno poco d'affettato e cercano il più possibile la spontaneità, lo spettatore è portato ad amare sia la timidezza e l'ingenuità del giovane in trappola, sia, dopo un'iniziale moto di paura, la freddezza d'una donna vittima della solitudine e della disillusione, tanto attraente nei suoi sorrisi maliziosi quanto temibile ed, infine, redenta. Potente, audace, dolce".

Stupisce che dell'ottima pellicola non sia stata fatta quasi menzione alcuna come altrettanto stupefacente risulta essere la scarsa risonanza avuta in patria da Franck Borzage (Francesco Borzaga) nato negli Stati Uniti ma di origine italiana, oltretutto vincitore di due premi Oscar proprio nell'anno in cui vennero inaugurati.

Ultima curiosità a margine per chi avesse visto o voglia vedere la pellicola: l'attore che all'inizio viene ammanettato ed accusato di omicidio, uomo dell'ammaliante Femme fatale Rosalee, la stupenda Mary Duncan, è Alfred Sabato (Alfredo Sabato) emigrato calabrese ed antifascista, sarà anche collaboratore di DeMille oltre che attore e sceneggiatore; entrato nel potente circuito americano degli Studios di Hollywood e sostenuto dal punto di vista finanziario dalla Cooperativa Italotone Inc. che faceva capo al cantante e attore italiano Alberto Rabagliati (dal 1927 a Hollywood quale vincitore di un concorso indetto dalla Fox per individuare un sosia dello scomparso “mito” Rodolfo Valentino) e sponsorizzato dai viticoltori californiani, diresse il suo primo (e unico) film, dal titolo Sei tu l’amore? come regista, quella che sarà la prima pellicola sonora in italiano di sempre.

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