Colpita dal fatto che questo sia il film preferito dagli utenti di IMDb, ho deciso di rivederlo, perché alla prima visione mi sembrò mediocre.

I protagonisti sono Andy e Red, rispettivamente interpretati da Tim Robbins e Morgan Freeman.

Robbins è un attore dotato di una naturale malevolenza, non neutralizzabile neanche dal ruolo più positivo. Il suo Andy, accusato di duplice omicidio, finisce in carcere. Dovremmo tifare per lui, ma per due terzi il film gioca ambiguamente sulla sua possibile colpevolezza.

Freeman è un’intoccabile che trasmette rispettabilità anche ai personaggi più indecenti. Il suo Red è un assassino che merita un lieto fine.

La storia si trascina lentamente all’interno del carcere, seguendo il banale presupposto che le guardie sono “cattive” e possono sadicamente abusare dei “buoni” criminali.

L'unico colpo di scena è una conversazione assurda tra Andy e il direttore del carcere. Finalmente in possesso di informazioni vitali sul suo caso, Andy sceglie di condividerle con il malvagio direttore, piuttosto che con il suo avvocato.

Questa è chiaramente una decisione idiota, ma il pubblico sembra non accorgersene.

L’unico personaggio femminile è la moglie di Andy, che però viene eliminata all’inizio del film, soddisfando la visione assai misogina della storia

Conclusione - immagino che le ragioni dell'enorme popolarità di questo film (tra il pubblico dei recensori, prevalentemente giovani maschi) siano:

  • la semplice struttura di fiaba, con buoni e cattivi chiaramente delineati grazie anche all’inversione dei ruoli, così politicamente corretta;
  • lo sfruttamento di emozioni primitive come lo spirito di sopravvivenza, e
  • l’apparente glorificazione di qualità umane come la resistenza, la speranza, la fede e l'integrità

Il messaggio principale è ancora più semplice "Tutto andrà bene"… se si considerano i decenni trascorsi in prigione come metafora della vita, e la spiaggia come il paradiso.

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