Capace di passare dal più classico dei jazz chitarristici fino alla fusion sporcata con venature progressive, Frank Gambale è stato uno dei pochi chitarristi che nel corso degli anni '80 e '90 sia riuscito a dare qualche cosa di davvero unico o quasi alla musica.
Musicista dotato di grande classe e tecnica questo guitar-hero, Gambale è riuscito ad esprimersi sempre su livelli di eccellenza, ora da solista ora in formazioni più allargate (Chick Corea Electric Band, Vital Information ed in trio con Hamm e Smith), senza mostrare in 22 anni di onorata carriera il benche minimo cedimento.
E' così dunque, che per festeggiare i 20 anni di musica, il nostro Frank torna sul mercato con un nuovo album di inediti intitolato "Natural High", nel quale riesce ad esprimere per la prima volta la sua anima più gentile ed elegante, eliminando dalle canzoni qualsiasi influenza elettronica, prediligendo invece solo strumenti acustici: ciò che ne esce fuori ha veramente dell'incredibile! Questo "Natural High" sembra più un'unica canzone divisa in 9 episodi, ciascuno dei quali sprizza voglia di vita ed energia da ogni singola nota, sia nei momenti più movimentati come "Fortune" o come accade in "Another Challanger", sia nei momenti più rilassati quali "Principesa", velata di una sottile ma piacevole malinconia.
Descrivere oltre ogni singola canzone mi sembra piuttosto inutile, dal momento che potremmo dire di trovarci davanti ad una musica composta con una formula ormai ben collaudata e che comunque non si distacca dai canoni tipici dell'artista, pur risultando freschissima e mai scontata, mentre vorrei sottolineare la prestazione di Gambale & Friends davvero priva della più piccola sbavatura e se per quanto riguarda Gambale la cosa non lascia più di tanto sbalorditi, a strabiliare è la prova di Otmaro Ruiz al piano dotato di una classe unica; naturalmente anche per quanto concerne la sezione ritmica il chitarrista australiano ha deciso di farsi accompagnare da due veri e propri maestri, troviamo dunque al basso Alain Caron, impegnato in splendidi soloscol suo basso acustico, che donano al album un senso di magia che raramente mi è capitato di riscontrare in album così moderni e alle percussioni (la batteria non figura tra gli strumenti) troviamo Mike Shapiro, capace di ritagliarsi un posto di primo piano grazie alla sua estrema capacità di risultare tanto discreto quanto prezioso.
Tirando le somme possiamo dunque affermare di essere davanti ad un vero e proprio capolavoro del genere, che non fa altro che sottolineare per l'ennesima volta quanto questo artista sia dotato di una classe ed eleganza che oggi in molti non possono neanche permettersi di sognare.
Grazie Frank.
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