Affrontare un musicista come Frank Zappa è sempre lavoro tosto proprio perché è sempre stato un personaggio di tutto rispetto. Anche intervistarlo era impegnativo e al riguardo ne sa qualcosa un giornalista musicale come Massarini che si trovo' di fronte un attento interlocutore in grado di smontare a livello logico qualsiasi domanda non correttamente formulata. Ma anche approcciarlo in veste di semplice ascoltatore fruitore della musica veicolata su formato vinile poteva (e può tuttora) essere occasione di sorprese (per me positive) . Nel mio caso la prima conoscenza di Frank risale a tanto tempo fa esattamente a metà anni 70 quando frequentavo il liceo classico Berchet a Milano. In quei tempi l'interesse per la musica in tutti i suoi generi era molto radicato fra noi liceali e veniva inteso come apertura a tematiche ponderose, proprio perché la musica era apprezzata in quanto impegnata in chiave sociale e politica. La musica do veva, quindi, veicolare un messaggio per l'ascoltatore non era concepibile un suono che si limitasse a favorire una sorta di disimpegno (erano certamente altri tempi..). Così un giorno un compagno di classe mi presto' la sua copia di "Chunga's revenge" di Frank Zappa consigliandomi caldamente un attento ascolto del disco poiché si trattava dell'opera di un autentico radical americano . Io, cultore di altri musicisti come soprattutto Beatles, Rolling Stones, Bob Dylan, fui colto da grande curiosità e, rientrato a casa mi posi all'ascolto del disco in religioso silenzio. Inutile dirvi che restai favorevolmente impressionato tanto che nelle successive settimane acquistai copie degli album di Frank, andando dal fornitore di fiducia (glorioso negozio Buscemi in quel di Milano). Cominciai quindi ad ascoltare molti dischi dello zio Frank (non tutti però un buon numero di quelli incisi da "Freak out" in poi). Tutto filo' liscio e con mia grande soddisfazione fino a quando affrontai"Cruising with Ruben and the Jets ". E qui mi fermai al primo ascolto perché per quanto Frank sia sempre stato un musicista di grande livello e di solida preparazione , latore di suoni che catturano l'ascolto e ti lasciano anche estasiato, nel caso di "Cruising" non potevo dirmi convinto di primo acchito. Mi sembrava un disco talmente bizzarro da farmi sospettare che si trattasse di un omonimo di Frank che eseguiva canzonette sdolcinate e svenevoli (guarda caso si presentava come Ruben Sano) . Chiesi lumi ad altri liceali amanti della buona musica (notare bene che all'epoca c'erano si' riviste musicali specializzate ma comunque in Italia il musicista Frank Zappa era un po' considerato artista alternativo di nicchia) venendo a sapere che il disco era ancora più particolare del solito. Ad essere presa di mira, questa volta, era un genere musicale in voga alla fine degli anni 50 denominato doo woop, coltivato in anni giovanili dallo zio Frank . Quanto mi venne riferito riuscì almeno a pormi nell'attitudine giusta per tornare a riascoltare il long playing e a intendere che Frank Zappa sapeva essere geniale nel praticare una sana satira di certi costumi musicali e sociali tanto diffusi in USA. In "Cruising" (album che con il tempo ho apprezzato sempre di più) si prende di mira quel sentimentalismo zuccheroso che appesta tante stupid songs e che indurra' Zappa, nel disco "Sheik Yerbouty" edito nel 1979, a titolare una canzone "Broken hearts are for assholes" (i cuori spezzati si addicono agli stronzi, nientemeno. . . ). In "Cruising" il buon Frank non nasconde quanto detesta il romanticume d'accatto di certi testi d'amore per cui, solo per citare alcuni brani, ci si domanda perché la persona amata non ti telefona più, forse ama qualcun altro (nel brano "You didn't try to call me"), oppure si agisce da stalker verso l'amata / amato (in "Jelly roll gum drop" ), ci si giura amore eterno gettando monetine in una fontana dell'amore tipo Fontana di Trevi (come descritto in "Fountain of love" ) , si implora la persona amata a non mollare la relazione a fronte di tre lettere inviate senza ricevere risposta ("Later that night"), per terminare con il gran rammarico che una relazione può finire anche se si è dato tanto amore (canzone "Stuff up the cracks") . Testi quindi molto acidi e corrosivi nei riguardi del romanticismo fine a se stesso, mentre sul versante musicale l'esecuzione è impeccabile, una degna rivisitazione del doo woop con impasti vocali eleganti, fraseggi chitarristici ottimi (come in 'Stuff up the cracks") e una dotta citazione dell' Overture della Sagra della Primavera di Stravinsky nel passaggio finale di "Fountain of love" (ennesima dimostrazione della grande cultura musicale di Zappa ).

Sostanzialmente penso che "Cruising with Ruben and the Jets ", pur non arrivando a vette qualitative di altre opere di Frank Zappa tipo "Hot rats" "Joe 's garage ", "Freak out", resti comunque un tassello importante per conoscere appieno l' opus magnum dello zio Frank..E fra l'altro, leggendo le note di copertina , si nota come come Zappa,, sotto un aspetto burbero , avesse comunque una certa sensibilità nello scrivere che" questo è un album di stucchevoli canzoni d'amore e di semplicità idiota . Le abbiamo composte perché in fondo amiamo questa musica (siamo dei vecchi rockers seduti in studio di registrazione che rimembrano i vecchi bei tempi)..Fra dieci anni anche voi, seduti con i vostri amici da qualche parte, farete lo stesso . ". Ah, nostalgia canaglia!

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