L'altro giorno, facendo giardinaggio, ho notato un'etichetta all'interno del berretto che mi stavo mettendo e mi ha strappato un sorriso perchè mi ha fatto venire alla mente un episodio accaduto anni prima.
Trentacinque anni or sono (anno più, anno meno) mi vidi piombare a casa mia, tutto trafelato per le scale fatte, mio cugino Franco.
Stringeva sottobraccio 5 dischi di Donovan.
"Ti prego fammi delle copie su nastro, così le posso ascoltare in macchina" mi chiese. Cosa che accettai di buon grado. Mentre ci accordavamo per restituirgli il tutto, il suo sguardo fu attirato da una copertina di LP, che avevo appoggiato lì poco lontano, che ritraeva un divano rosso sospeso nello spazio, assieme ad altri oggetti.
"Ma cosa stai ascoltando?" mi domandò.
Per tutta risposta avviai il piatto che partì in automatico su "Inca Roads".
Franco non aspettò molto.
30-40 secondi.
Non si diede nemmeno il tempo di aspettare il primo assolo di chitarra, di quello che già allora io consideravo uno splendido album di Frank Zappa.
Vidi anzi la sua faccia, che mi guardava con un sorrisetto, sotto un'espressione mista tra l'incredulo e lo schifato, come se lì, allora, sul momento, avessi ingoiato uno scorpione vivo.
"Ma ti piace questa musica? Ma fa schifo!" mi disse.
A nulla valsero le mie ragioni sul fatto che era un buon disco, si suonava Rock-Blues in maniera, sì, un po' inconsueta, ma con gran stile.
La sua espressione non cambiò.
Io non cambiai la mia opinione.
Ci facemmo una risata e non ne parlammo mai più.
Caro Franco, mi propongo di rivangare l'argomento la prossima volta che ci rincontreremo.
Riascoltato oggi, mi sembra impossibile che "One Size Fits All" abbia fatto un'impressione così negativa a mio cugino.
Dove ha sbagliato Zappa?
Il titolo dovrebbe essere una garanzia.
Una misura che si adatta a tutti.
Ergo, una musica per tutti. O no?
Ironicamente, forse, Frank Zappa aveva stabilito che tutti, avrebbero potuto fruirne senza problema alcuno, come se si fosse trattato di un guanto,una maglia o un berretto.
D'accordo non è semplice farsi piacere il vocione di Frank quando dice: "Evelyn a modified dog..." oppure "Po-jama people - Pojama people, people...". ma quando lui e le sue Mothers attaccano a darci dentro, senti che quello non è un album qualsiasi.
Non perchè è il ventesimo registrato in studio.
Non perchè dopo di questo le Mothers of Invention non sarebbero più esistite (anche se era dal '70 che le aveva sciolte, salvo ripescandone poi i vari elementi a spot).
Si possono dire tante cose su Frank Zappa, ma non che fosse uno sprovveduto.
Anzi. Era molto organizzato e determinato. Sapeva benissimo quello che faceva e questo lavoro lo dimostra ampiamente.
Per realizzarlo aveva riunito gli elementi più validi delle Mothers e come ha sempre fatto ne ha tirato fuori il meglio.
Credo che comunque questo sia stato il lavoro di congedo del momento. Per cambiare
Per dare un taglio a qualcosa che, probabilmente, non sopportava più o semplicemente per chiudere un capitolo, in vista di altre future esperienze.
Uscendone in gran stile.
Il disco è caratterizzato da una produzione rigogliosa, da una complessa strumentazione ed arrangiamenti vocali di alta qualità. Completato da testi con una gamma di contenuti dal bizzarro al divertente.
Basta ascoltare le tracce dove Zappa si lascia andare in derivazioni solistiche d'eccellenza, ma senza sopraffare i suoi collaboratori, lasciando loro lo spazio per esprimersi in sezioni di pura bellezza.
Oltretutto senza perdere la sua proverbiale predisposizione allo sberleffo, alla sua ironia graffiante, a volte surreale, verso quello che lui considerava il malcostume conformista di quella gente, preoccupata solo dalle cose banali, futili.
Gente abbruttita nell'intimo, da pregiudizi e da idiozia imperante.
Gente preoccupata solo di non perdere la comodità del sofà sul quale giacere.
E' vero, Frank Zappa ha prodotto dischi più importanti, come "Uncle Meat", "Hot Rats", "The Grand Wazoo" o il suo primo d'esordio "Freak Out", ma questo merita una considerazione particolare, proprio per i motivi che mi sono permesso di elencare.
-- Dedicato a mio cugino Franco augurandogli che anche questa, un giorno, possa diventare musica della sua misura --
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