Frank Zappa – Dance me this 2015
Sì, è successo ancora. E’ successo e abbiamo fatto cifra tonda, 100. Il centesimo disco della discografia planetaria di Frank Zappa e mai un titolo fu più azzeccato di questo. Torniamo alla fine del 1993 e lo troviamo seduto alla consolle dopo aver preparato il materiale per un disco che forse sperava di veder pubblicato ancora in vita. Niente da fare, il materiale in piedi è tantissimo, bobine su bobine, intere ore di cose pronte e la vita al lumicino con la fiammella che va spegnendosi. Risultato: prospettiva che altri 48 minuti di cose zappiane possano, per sempre, rimanere in un cassetto. Andando a fare i pignoli c’è da rilevare che il disco, sotto forma di audiocassetta, iniziò a girare nell’ambiente degli addetti ai lavori già dal 1994, ma poi finì nel dimenticatoio. Per i successivi ventidue lunghi anni, la “fabbrica” di famiglia sforna opere edite, inedite, live, stramberie e quant’altro per mantenere vivo il senso totale della musica del nostro eroe baffuto. Ma alla distanza quel disco salta fuori, aspettava solo di essere il centesimo, ed eccolo.
Di cosa fa parte questo lavoro? Degli inediti, sicuramente, ma anche delle cose più toste e spettacolari partorite dal sommo genio dello scorso secolo e che vanno, in qualche maniera, a concludere gli sbotti geniali di “Civilization, Phaze III”. “Dance me this” è provocatorio e dissacrante nel titolo quanto nei contenuti. Non c’è una sola frazione di secondo che possa essere canonicamente ballabile. E allora, ballami questo! I brani viaggiano su poliritmie che hanno dell’assurdo. Siamo all’apoteosi delle semiminime, al trionfo del free, alla glorificazione dello sperimentalismo più sfrenato, alla celebrazione dell’onanismo musicale più irriverente.
Il disco è banalmente divisibile in tre parti, due brani di preambolo, una mega suite di oltre 27 minuti e quattro brani a chiusura delle “danze”. È il Synclavier a dominare la prima e l’ultima parte. Ed è proprio alla title track affidata l’apertura, per un brano che in due minuti raccoglie blues, minimalismo, un micro assolo di chitarra, vocalizzi in diplofonie di un trio di cantori Tuva (Tuvan throatsingers). L’andamento della successiva “Pachuco Gavotte” è assai particolare. Partiamo dal presupposto che la Gavotta nasce come danza di palazzo nella Francia rinascimentale, su ritmo binario e accenti in levare, qui ci si può dimenticare della danza perché il suo sviluppo da binario diventa poliritmico con un ritorno lunghissimo, ma mantenendo il levare e con percussioni che sembrano divertirsi a catturare tutti gli accenti deboli della trama, in un gioco pazzesco.
La suite “Wolf Harbor” è suddivisa idealmente in 5 parti, anche se di fatto non si avvertono particolari variazioni. Siamo dello sperimentalismo e nell’avanguardia più spudorata, un ascoltatore superficiale e non avvezzo agli zappismi più estremi potrebbe catalogare tutta la suite come un rumore unico. Apparentemente non c’è ritmo, apparentemente non c’è coerenza musicale, c’è solo un liberarsi nell’aria di soffuse percussioni, di suoni elettronici, di soffi cupi e misteriosi, terrifici, a tratti, disperatamente vuoti in altri. Tutto insieme e siamo al cospetto di un drappo nero, profondo e claustrofobico, dal quale fuoriescono gli spettri di Varese, di Boulez, di Nono e di Romitelli.
Dopo la suite non cala la tensione. Si ritorna a piroettare su temi cari al Frank Zappa dell’ultimo periodo compositivo. Qualche tema di “Jazz from Hell”, qualche nota strappata a Stravinskij, ritornano le gole d’acciaio dei cantori siberiani e per il finale una genialata matematica e Zappa, con l’aiuto del programmatore Todd Yvega, tira fuori un algoritmo dal Synclavier che consente al metronomo di impazzire. “Calculus” ci porta una devastazione ritmica con continue accelerazioni e decelerazioni generate in automatico sul variare dell’improvvisazione del canto diplofonico dei Tuvan throatsingers. Una cosa davvero unica.
Eccoci alla fine. Non avete mai ascoltato Frank Zappa? NON iniziate da questo. Avete tutto di Zappa e lo adorate? Correte a comprare anche questo. Conoscete qualcosa e volete approfondire? Chiedete consiglio.
Sioulette p.a.p.
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