Ho fatto richiesta di adozione alla famiglia Zappa. Come motivazione ho estorto a mia madre una falsa confessione in cui il Maestro l'avrebbe sedotta con la sua "mischia tanta" dopo un concerto qui in Italia. Lo so, è difficile che mi prendano perché tra l'altro sono biondo, ho gli occhi azzurri e nemmeno un pelo per il resto del corpo. Ma se la buonanima ci mette la sua manona santa può darsi che il miracolo avvenga e allora chiederei alla signora Gail di piazzarmi nello studio di Cucamonga a mettere in ordine i vecchi nastri di Frank ancora sepolti nella cripta.
E' vero, comprendo le vostre preoccupazioni, è un lavoro immane e sfibrante. Magari non potrò nemmeno uscire per mangiare e dovrò farmi portare la pizza allo studio, forse non avrò tempo neanche di uscire la sera per rimorchiare e così sarò costretto a chiamare qualche squillo direttamente a casa. Chiaramente non avrò nemmeno tempo per scrivere recensioni per DeBaser, ma penso che questo sia il male minore.
Fossi stato investito da tempo di questo gravoso compito sicuramente non avrei aspettato il 2006 per recuperare i nastri di una serie di concerti che il Maestro tenne tra l'ottobre e il dicembre 1972 con la formazione cosiddetta Petit Wazoo Band, in quanto versione ristretta della big band messa in piedi per la realizzazione di "Grand Wazoo".
Il nostro eroe aveva in parte masterizzato i nastri di quelle serate ma poi li aveva messi da parte a prendere polvere sullo scaffale perché preso da altre faccende. E' un disco totalmente strumentale e per la prima volta in un album zappiano dal vivo (correggetemi se sbaglio) non ci sono tastiere, i sette brani sono delle semi improvvisazioni mai pubblicate prima e mai pubblicate dopo (infatti alcuni dei titoli sono presi in prestito dal nome della città - Kansas City, Montreal, Washington D.C.- dove si tenne il concerto) ma in qualche caso costituiranno il canovaccio alla base di alcuni dischi di là a venire.
Che dire, rimango estasiato dalla qualità e varietà della proposta e dai superbi arrangiamenti di Zappa (nonché della sua maestria alla solista). Certo che le coordinate sono quelle della jazz blues fusion con la differenza che è la chitarra del Maestro a tener banco e non il sax o le tastiere di turno. Dopo il minuto di introduzione dadaista di "Oddients" il disco si scalda con "Rollo", una breve composizione orchestrale che contiene accenni di quello che sarà poi incorporato nelle suites che Zappa eseguirà da" Apostrophe" in poi.
"Been to Kansas City in A- minor" è un lungo blues introdotto dagli ottoni e fatto di assoli che si passano il testimone. Prima la tromba di Malcom McNab, poi la limpida solista di FZ e in ultimo il trombone di Bruce Fowler contrappuntato ancora dalla chitarra blues del Maestro nel finale ......sono già al settimo cielo e il meglio ancora deve venire!
Infatti "Farther O'Blivion" (niente a che vedere con la "Father O'Blivion" su Apostrophe) è la composizione più complessa e bisognosa di attenzione nell'ascolto. E' condotta soprattutto dai fiati ed è divisa in tre parti: la prima con un grande assolo di Tom Malone alla tuba andrà a comporre l'ossatura di "The Adventures Of Greggery Peccary" su Studio Tan, la seconda con l'assolo di Malcom McNab alla tromba e infine la terza parte con quello di trombone di Bruce Fowler seguito da un estenuante e pirotecnico assolo di batteria di Jim Gordon.
"DC Boogie" è forse (...ma forse) la mia preferita, comincia con la slide di Tony Duran e poi il Maestro prende il volo acido con il fuzz della sua chitarra in un lungo raga ipnotico che incorpora Allman Brothers, Grateful Dead e i Quicksilver Messenger Service! All'improvviso... una virata che ricorda "Montana" e Zappa chiede al pubblico come vuole che finisca il brano, le opzioni sono boogie, ballad, march, polka, dog food jingle. Ai voti e per acclamazione del pubblico vince il boogie e il Maestro esegue da par suo con un assolo al fulmicotone.
"Imaginary diseases" inizia con una ritmica da "Whole lotta love " di zeppeliniana memoria e sul tappeto fiatistico la solista snocciola di nuovo un interminabile e torrido assolo di quelli che poi andranno su Apostrophe.
"Montreal "segue il canovaccio precedente e dà l'impressione di una "Montana " strumentale ribattezzata con il nome della città canadese nella quale venne eseguito il brano il 27 ottobre 1972. Ancora l'assolo del nostro guitar hero contrappuntato dall'arrangiamento funky dei fiati e dall'incitamento degli spettatori. Se erano sistemati su delle sedie deve essere stato una tortura rimanere seduti al proprio posto.
E ora passiamo alle F.A.Q.
1) D: Posseggo una caterva di dischi di Zappa, che me ne faccio pure di questo?
R: E' uno Zappa inedito, questi brani non si trovano in nessun altro disco, ma in alcuni casi costituiscono il canovaccio di album futuri, e allora è divertente giocare al "questol'ho già sentito in quest'album". E poi è superbamente eseguito.
2) D. Non ho nessun disco di Zappa, mi conviene cominciare da questo?
R: Sì, perché è uno Zappa non "cervellotico" ma pur nella sua complessità si lascia ascoltare alla grande e con entusiasmo. Dopo un brano come "DC Boogie" vorrete saperne di più sul baffone.
3) D: Ma i dischi di Zappa sono tutti da cinque stellette?
R; Ovviamente no, pur nel suo incommensurabile genio, il Maestro ha fatto dei passi falsi, ma i titoli non ve li dico, non posso mica sputare nel piatto in cui mangerò (semmai l'adozione andasse a buon fine).
Se capitate a Cugamonga passatemi a trovare, sul citofono c'è scritto Mr.Supersoul Zappa!
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