Questo "Over Nite Sensation", datato 1973, rappresenta un vero e proprio punto di svolta nella carriera di Frank Zappa. Nello stesso anno il poliedrico baffone se n'era uscito con "The Grand Wazoo", capolavoro jazz-fusion nonchè una delle massime espressioni del concetto di musica totale. Il disco seguente è invece una sterzata decisa verso sonorità più accessibili, e comunque più incentrate sulla forma canzone.
Molti bacchettoni e fan della prima ora storsero il naso dinanzi a questo cambiamento, tacciando il disco come una furbata commerciale, ma "Over Nite Sensation" resta prima di tutto un disco di Frank Zappa e non esiste disco da buttare di quest'uomo: anche in album "minori" come questo, le composizioni restano di livello musicale altissimo, presentandosi come la "solita" commistione di stili e generi diversi, solo che questa volta vengono "compresse" in un minutaggio che va dai 3 ai 6 minuti, e ciò che ne consegue, per forze di cose, è la maggiore accessibilità, anche ad un pubblico occasionale.
L'ascolto dei testi, poi, non può non strappare un sorriso, come nel caso di "Montana", forse la canzone più rappresentativa dell'album, dove il protagonista è un ragazzo che muove verso il Montana cavalcando un pony, con il sogno di diventare un magnate vendendo del filo interdentale (!?). Musicalmente invece il pezzo è piuttosto complesso (al solito), con fiati e chitarre che all'unisono proseguono nella costruzione di una trama che sa di progressive, e che vede persino gli xilofoni inserirsi nella composizione; lungi dall'essere cervellotico, il pezzo scorre che è un piacere con gli immancabili assoli di Zappa piazzati sempre al momento giusto (il primo è da standing-ovation :D), che seguono i chorus cantati niente di meno che da Tina Turner (che comunque non fu accreditata tra gli artisti partecipanti), e che sul finale vedono alternarsi ad grottesco "yippy-aye-o-ty-ay" cantato da Kin Vassey.
Il disco poi passa senza soluzione di continuità da "canzoncine" demenzialmente sopraffine come "Camarillo Brillo" (che pure sono sorrette da una base musicale paurosa, con batteria/percussioni sugli scudi e il grande lavoro di Ian Underwood con il sassofono) a esperimenti più vicini al free-jazz come nel caso di "Dinah-Moe-Humm"; in "I'm The Slime" (dal testo sembrerebbe scritta ieri, difatti la canzone è un sarcastico j'accuse alla televisione che, già allora trasudava di programmi stupidi e privi di qualsiavoglia contenuto culturale/educativo), così come in "Dirty Love", il mitico baffo prende di petto la situazione con la sua chitarra che schizza come una scheggia impazzita; in "Fifty-Fifty" la band tutta sale sugli scudi, con una prova micidiale di George Duke alle tastiere e Jean Luke Ponty al vioino che ci regalano assoli da urlo che quasi mettono in disparte la chitarra di Zappa, che pure si rifarà alla grande in "Zomby Woof". Non c'è comunque un pezzo che non possa definirsi degno di nota: ogni canzone sorprende per le finezze tecniche che possono essere scovate in esse, e per gli arrangiamenti mai banali e anzi di una precisione quasi maniacale tipica di Zappa, ma che in questo caso paiono essere mascherati in modo da essere apprezzati anche da un pubblico più vasto; non a caso il disco sarà vendutissimo è farà ottenere a Zappa il suo primo disco d'oro in carriera.
"Over Nite Sensation" non può definirsi certo come la summa della discografia zappiana, ne tantomeno come il suo lavoro storicamente più rilevante, ma resta comunque un tassello fondamentale per poter apprezzare la proverbiale poliedricità di quest'artista. Non tenerlo in considerazione sarebbe un'errore di leggerezza: lasciate stare i scaruffini di turno e dategli una possibilità.
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