Tutto ebbe inizio sul finire del 1978, quando Mr. Frank Zappa si recò alla Warner, etichetta per la quale aveva siglato il proprio contratto discografico, proponendo la pubblicazione di un quadruplo vinile dal titolo "Läther". La Warner avendo già in mano molto materiale da pubblicare e con la paura di inflazionare troppo il mercato pose un netto rifiuto. Per ripicca Zappa diede in pasto tutto quel materiale alle radio locali chiedendo espressamente agli ascoltatori di registrarsi tutto quanto e di bootlegarne il contenuto. Ripicca su ripicca, la Warner fece uscire, senza l'autorizzazione di Zappa tre volumi a distanza di pochi mesi l'uno dall'altro. I tre volumi, diversissimi nelle intenzioni, nei contenuti e nelle finalità, furono chiamati "Studio Tan", "Orchestral Favorites" e, appunto, "Sleep Dirt". Quest'ultimo contiene materiale registrato in diverse occasioni e risalente al periodo 1974 - 1976. Pur essendo l'epoca del jazz rock nella sua forma più accentuata e tenendo in debito conto lo stravolgimento tematico tipico dell'autore, questo disco presenta sonorità particolari e personalissime. Il sapore sinfonico epico che pervade i temi, con un misto di spazialità, serenità e seriosità, è difficilmente riscontrabile altrove. La formazione è altrettanto variabile e spesso si riduce, altra cosa estremamente anomala nel panorama zappiano, a trio chitarra, basso, batteria, con l'incredibile sezione ritmica Terry Bozzio/Patrik O'Hearn. E questo è il caso del brano capolavoro del disco (e non solo) dal titolo "The Ocean Is The Ultimate Soluction" una travolgente sequenza di episodi complessi e cangianti con tanto di assolo di contrabbasso, come raramente si può sentire. Altro episodio particolare per sonorità e riuscita generale è "Regyptian Strut" dal sapore cavalleresco e un po' Lawrence D'Arabia e con uno splendido Chester Thompson alla batteria.
Altra particolarità del lavoro è la notevole differenza dalla originale versione in vinile a quella più recente pubblicata per il CD: oltre alla modestissima variazione dei tempi di ascolto, leggermente accorciati per la versione digitale ci sono tre brani che nella prima versione erano interamente strumentali e che nel CD hanno avuto l'aggiunta del cantato di Thana Harris. Questi tre brani "Flambay", "Spider of Destiny" e "Time Is Money", hanno radicalmente cambiato approccio sonoro. La voce della Harris è d'impostazione lirica e seppur dotata di estensione e potenza invidiabili appare spesso priva di grazia e leggerezza. Questo fatto incide in maniera decisiva, e se da un lato contribuisce a creare una difformità positiva e intrigante, dall'altro distoglie l'orecchio da quelle che erano le preminenti parti strumentali, per un ascolto, conclusivamente, diverso. Sempre nel CD sono state anche sovraincise alcune parti di batteria dal fenomenale Chad Wackerman. Personalmente preferisco la versione strumentale originale, ma ho trovato più d'uno che preferisce la versione cantata del CD.
Particolare è anche il breve brano che dà il titolo al disco (anche se Zappa avrebbe voluto chiamarlo "Hot Rats III"). Sleep Dirt è un esercizio di maestria con la chitarra acustica, uno di quelli che ci fa capire quanto grande fosse quell'uomo non solo in composizione, ma anche in tecnica sopraffina.
Disco consigliatissimo e, ripetendomi, soprattutto nella versione vinile. Metto 5 stelle perché è doveroso, ma il voto esatto sarebbe 4,5.
Tutti in piedi per l'applauso.
P.S. Tanto per dovere di cronaca, il citato "Läther" uscì postumo nel 1996 come triplo CD, ovviamente meraviglioso, con le versioni strumentali dei brani di Sleep Dirt, ma comunque un po' diverse dal vinile.
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