Una storia d'amicizia, di musica, di flussi di coscienza e di Rugby

Il tutto iniziò con una canzone cantata su un letto di un fiume e finì con un'altra canzone:

- "Tu che immaginario musicale e territoriale ci senti?"

- "Un immaginario di passione e di libertà...di volontà di esprimersi"

- "E in musica?"

- "Un alchimia di underground novellato in maniera straordinaria... C'è punk, c'è hardcore old school, c'è alternative, c'è new wave... Avevi ragione sai, io ho paura di sbagliare....".

Troppo grandi i Franti, come si fa a limitarli alla semplice dimensione di recensione? Chi non tenta non sbaglia mai, l'anarchia è rabbia, sensazione di disprezzo verso i tempi che viviamo. Voglia di un mondo diverso. Non ti piace ciò che scrivi? Scrivilo lo stesso! A volte cercare di scrivere qualcosa di concreto o di semplicemente giusto sembra un'impresa titanica, folle. Pensi, rifletti contorci i labirinti della tua mente cercando di attingere un sapere celato, ma ti ritrovi sempre a dover fare i conti con la tua ansia, con la tua paura di sbagliare.

Ci sono delle opere che sembrano esularsi dalla semplice dimensione di recensione... ....E mi rendo conto che stavolta mi son posto un compito ben più arduo di quanto si possa pensare, a questo punto mi limiterò soltanto ad elencare ed a scrivere ciò che quest'opera significa per me, e delle sensazioni che mi provoca ogni volta che il mio udito scorse ogni singola nota di cui essa è contenuta. Scorge... Sono fermo qui non ci sono parole giuste quando si è arrabbiati. Esistono sensazioni che non possono essere placate: voci lontane migliaia di chilometri, urla di popoli ai quali viene negata la propria identità ed altre voci che provengono dal marciapiede sotto casa. Urlare per un singolo uomo vale la rabbia di tutti.

Cosa vuol dire urlare? Cosa vuol dire essere contro? Cos'è la violenza?

Sono domande senza risposta quando non si ha il coraggio di narrare se stessi. Cosa si prova ad ascoltare i Franti... E' un viaggio: attraversare l'Atlantico e raccogliere i frutti di gruppi straordinari, girare l'Europa e scoprire popoli dimenticati ed ostracizzati, camminare per la propria città e guardare in faccia gli ultimi, mi sta venendo in mente qualcosa, posso scrivere? Noi esseri umani quando ci troviamo di fronte a dover riflette sul significato di alcune parole. E' come se avessimo l'impressione di non trovare una via d'uscita, giacché saremmo sopperiti da mille dubbi.

Che cosa significano parole come libertà, dolore, istinto?

La grandezza dei Greci, scrive Nietzsche, consiste nel fatto che hanno avuto il coraggio di "guardare in faccia al dolore e di conoscere e sentire i terrori e le atrocità dell'esistenza". Con questo i Greci hanno colto l'essenza del tragico, che non sta nel semplice soffrire e perire delle singole esistenze, ma alla necessità della loro morte affinché si generi la vita. Ed è possibile vivere una vita al di là dell'istinto? L'idea del super-uomo di Nietzsche che ubbidendo al suo istinto supera anche se stesso? Forse la risposta è più lampante di quanto si possa pensare, infondo lo Zarathustra profetizzerà la caduta dell'uomo, cioè la "caduta del funambolo", dell'uomo che non voleva essere superato, perché condannato ad essere governato dalle sue stesse leggi morali.

Avete mai provato ad osservare da una finestra il paesaggio circostante che si dispiega davanti a voi? In quell'attimo di fugace surrealismo in cui i vostri occhi sono immersi in quelle immagini poste lì inermi come nei dipinti? Avete mai avuto quella sensazione di non esistere, ma di essere soltanto un'ombra che guarda quel mondo di cui non conosce nulla e sa di non appartenere e vedi ciò che è già scomparso perché frutto della tua immaginazione? Cosa possiamo essere noi più di un bramoso sussurro del vento, di un vollutuoso fiore di campo?

Non so dare una risposta precisa a tutte queste domande, so solo che attraverso l'arte l'uomo comincia ad esistere, la sua introspettività e carattere intimista si erge dal suo stato di latenza. Non sono mai stato bravo in filosofia. Hegel, Marx, Platone, Sant'Agostino. Studiavo e dicevo: cazzate, tempo perso. Regolarmente prendevo una sufficienza stiracchiata. Mi piaceva solo Nietzsche. Nei Franti non c'è Nietzsche o quantomeno non è citato ma forse è meglio così. In fondo qualcuno parla male di Saviano perché ha parlato bene di Ezra Pound e Celine. Non ci sono filosofi: c'è un'idea, un'ideologia. Non chiedetemi quale sia, non ha nome, ha tanti portavoce, un solo grande messaggio. La morale alla fine è una sola: io mi sono perso nel ragionamento di prima come mi perdo spesso nelle canzoni dei Franti che sembrano così belle da essere senza consistenza, immaginate perfino.

Prendere in mano la confezione, guardare quel contrasto feroce tra rosso e nero, quel pugno chiuso e quelle mani che si stringono. Frasi scritte con il nero del dolore e il rosso del sangue pulsante. Quei due colori che spesso associamo a nemici o ad una squadra di calcio rappresentano ben di più di quanto immaginiamo. E' il senso di ascoltare i Franti: scoprire che attorno a noi c'è o c'è stato qualcosa d'incredibile, sognato continuamente ed ingenuamente, più vivo ed attuale di quando ha vissuto e forse è anche il senso di quella divagazione sui greci e su Nietzsche visto che entrambi hanno vissuto di più dopo che sono morti. Chissà cosa accadrà quando Lalli, Stefano, Vanni e tutti gli altri non ci saranno più

Che cosa resterà, dunque, dopo la loro scomparsa? Un gruppo di meravigliosi musicisti? Oppure un sapere che ancora oggi possiamo identificarlo come il dolce profumo dell'anarchia?

Già, ANARCHIA... Che parolone eppure nei loro testi, nelle loro urla, si scorge proprio questo. Una sontuosa voglia di libertà strappata, sverzata dall'irrefrenabile maschera dell'opulenza che l'uomo moderno ama così tanto indossare. Per attingere un potere bramato dal fragore della sua esplosione di materialismo. Un qualcosa che langue tra ragione e follia, che si immerge nelle ovvietà e nei dogmatismi frivoli dell'essere comune, quella stessa natura che garantisce all'uomo una comunicazione ad una dimensione univoca d'esistenza, che lo porta inevitabilmente dalla ragione all'esplosione del baratro dell'abisso... ... Ho proseguito in maniera adeguata? In maniera adeguata? Boh, che ne so. Voglio parlare di altro, non di cose giuste o di buon senso.

Anarchia, che bella parola: “an-archè”, senza principio. Esser anarchici vuol dire fare scelte che spesso stridono con il buon senso. Era una follia uccidere il re eppure qualcuno lo ha fatto eppure qualcuno gli ha dato ragione. Soprattutto uno, si definiva "socialista rivoluzionario". 25 anni dopo non era un socialista: era una testa di cazzo che un altro anarchico ha tentato di uccidere. Anche i Franti hanno fatto una scelta senza il buon senso: hanno rinunciato ai circuiti musicali, tutti, hanno dato uno schiaffo al copyright. Cito testuale: No copyright. Il diritto d'autore è una legge fascista che protegge la proprietà delle idee. La riproduzione di questo materiale è libera a patto di rispettarne integralmente i contenuti e di mantenerne la circolazione all'esterno di qualsiasi logica di profitto.

Tu, in teoria, puoi scaricarlo e ascoltarlo, magari blandamente, puoi dire: "Sì, sono bravi" e poi dimenticarli ma è troppo facile far vincere sempre il buon senso. Spendere 20 euro per portarsi a casa un cofanetto bellissimo, tre dischi in un colpo solo. Questi sono i Franti, questa è l'anarchia: andare contro una scelta facile per farne una bella. Non importa vincere o perdere: importa essere consapevoli. Loro erano consapevoli: lo era Lalli quando scriveva certe parole, lo era Stefano quando imbracciava il sax o quando lo mollava per la chitarra, lo era Vanni quando incideva riff taglienti, lo erano Marco e Massimo quando ricamavano il tutto sulla batteria e nelle corde del basso.

Signora Libertà signorina Anarchia... Aveva ragione Fabrizio, l'Anarchia è una bella signorina che cammina per la città saltellando come se fosse Heidi ma facendolo in mezzo alla strada rischiando di farsi tirare sotto da una macchina Bellissima, non importa il buon senso Poco sole, pochi i giochi? I bambini guardano su? Una scia graffia il cielo? Occhi scuri cercano un sé? Inventa madre, tu che sei dolce? Storie impaurite di felicità? Presto il sonno ci prenderà? Suoni lievi la tua voce? Quattro di mattina, piove piano? Me li vedo i marciapiedi trasparenti, il buio e i neon? E' solo un altro giorno? Ti svegli e sei dentro un sogno? Mi dici dormi, guardi l’ora? Una piega cancella il tuo viso? Suoni lievi la tua voce? Una mano conta i minuti? Respira storie di gioia bruciata? Una mano tatuata sul palmo? E' fredda, è notte, è Beirut? Sembra una notte come tante? Ruba ancora aria lì fuori? Occhi feroci uccidono il giorno? Forse domani solo una foto? Mani, le mie, mani su Beirut? Taglio di luce spezza il sorriso? Mani, le mie, mani, il cuscino? La fine del sonno è dentro? Sembra una notte come tante? Quasi sento gridare qua sotto? Sì, lo so, è molto lontano? Anche la strada è sempre uguale (Le loro voci, Franti).

P.S. E il Rugby cosa centra? Appena scoprite cos'è il loosehead saprete cosa centra il mondo ovale.

Questa recensione è dedicata ad una persona che coltiva le mie stesse passioni, dopo tre belle giornate trascorse insieme abbiamo deciso di unire le forze per cercare di scrivere qualcosa di adeguato su una grande band..... Salvo (SuperVai1986)

A chi la dedico? Ad Ingrid, una volta ti ho amato. Non so che giorno era quando ti ho visto ma da allora continuo a rimpiangerti sempre di più, sapendoti in America. Peppe (alias Telespallabob)

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