"In un mondo organizzato e schiacciato dalla logica del profitto e del potere, punti fondamentali per rompere le regole sono l'autogestione e l'autoproduzione. Creare e autogestire collettivamente sale prove, sale di registrazione, strumenti, la riproduzione e la distribuzione di materiale sonoro, stampato, etc., vuol dire tagliare le mani agli speculatori e agli affaristi".

Con queste parole (scritte sulla copertina) viene presentato questo lavoro dell'84, diviso a metà tra due gruppi torinesi: i Contrazione e i Franti.

Questo disco, quindi, è un'iniziativa comune di lotta per l'autogestione, la libertà e la purezza artistica, espressa e comunicata attraverso pezzi rabbiosi e disperati, attenti ai contenuti e alla realtà contemporanea. Franti e Contrazione sono due gruppi cult-underground molto diversi: hardcore-folk, i primi, hardcore-punk, i secondi, ma entrambi uniti negli intenti e nello spirito.

I Contrazione utilizzano i suoni, i colori e la vita della loro città per la loro lotta. Lotta per la libertà di espressione e per i prigionieri politici, per i ribelli della società, trattando temi come l'eroina, il nucleare e con particolare attenzione a Torino e al suo progressivo sfacelo ambientale. Tutto questo quindi attraverso una musica rabbiosa, urlata, (cantata in italiano) suonata ad alta velocità, con improvvise accelerazioni e rallentamenti.

"Non urlerò, non darò modo di dare un senso alle loro azioni, non parlerò, non li pregherò di darmi ancora una speranza; una stanza buia con una sedia, una luce cerca nel mio cervello, risposte che non voglio dare, la testa esplode ma non il cuore, giornate buie passate dentro, senza sapere che cos'è il tempo, rumori sordi di oppressione, sbarre annodate intorno al cuore". ("Sbarre")

I Franti invece sono molto ecclettici, tra gli Area e Bob Dylan, ma anche molto originali. Nei lori pezzi la rabbia è accompagnata dalla disperazione: si parla di carcere e pene di morte. Si parte da "1984/Gates Of Eden" un pezzo molto sperimentale che sfuma poi nella velocissima cover di Dylan; si passa per la pulsante "Questa è l'ora", per la straziante "Quesiti da sciogliere", quindi da "Voghera", dove Lalli canta sulla sola nuda batteria, con innesti di sax, e infine si arriva all'incalzante "Prete, croce, sedia, morte".

"Questa è l'ora che odio il mio giorno, questa è l'ora, questa è l'ora che odio il mio giorno, questa è l'ora, questa è l'ora del buio sui volti, questa è l'ora, questa è l'ora del buio sui volti, questa è l'oraquesta è l'ora di notte e riposo, questa è l'ora stanca di tutto, questa è l'ora che non voglio più niente, massacro, lavoro, soldi, sconfitta, questa è l'ora di accendere un fuoco, fuoco che bruci ogni confine, fuoco che bruci ogni attesa, fuoco che bruci ogni ora negata, adesso è l'ora, adesso è l'ora, adesso è l'ora". ("Questa è l'ora")

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