Tempo di rinnovamento anche per una band ormai più che affermata come i Franz Ferdinand.
Il nuovo (e quinto) album in studio (sesto se consideriamo il disco collaborativo “FFS”, licenziato assieme agli Sparks tre anni fa), “Always Ascending”, arriva a ben cinque anni dal precedente (e riuscitissimo) “Right Thoughts, Right Words, Right Action”. E presenta subito tante novità, a partire da un pesante cambio di formazione; via lo storico (e fondamentale per il sound della band) chitarrista Nick McCarthy, dentro l’ex 1990’s Dino Bardot, oltre ad una preziosa aggiunta, ovvero il polistrumentista Julian Corrie (ex Maple Leaves). Novità anche dietro al banco del producer, con l’ingresso di Philippe Zdar dei Cassius.
A livello di sound questi cambiamenti si traducono, ovviamente, in una decisiva rinnovata nel sound, anche se l’effetto non è così decisivo come ci si potrebbe immaginare. I pezzi ovviamente virano verso lidi più sintetici e meno chitarristici, come l’ottimo lead single e titletrack ha ben evidenziato, oltre ad un’attenzione minore nel ripetere la struttura tipica da pop song che aveva caratterizzato finora la produzione della indie band scozzese. Non mancano, in ogni caso, episodi dove riaffiora il trademark FF, vedi alla voce “Finally” e “Lazy Boy” (che conferma l’attitudine sopra descritta nel presentarsi strutturalmente più come un “flusso di coscienza“ che come una tipica rock song) e dove il lavoro del nuovo entrato Bardot si può apprezzare maggiormente. Bella anche la commistione indie/synth rock, arricchita da un cazzuto tiro funky, del secondo singolo “Feel The Love Go”, che mantiene il classico trademark franzferdiniano pur rappresentando perfettamente la commistione delle due anime del disco.
Anche negli episodi più morbidi Kapranos e soci si dimostrano ispirati, tantoché “Lois Lane” e la chiusura “Slow Don’t Kill Me Slow”, con il loro delicato tappeto di synth e tastiere ed un’ispirazione melodica degna dei migliori episodi soft della band (la mente vola subito alla sublime “Walk Away”), convincono appieno. Più deciso e concreto il lavoro sulle tastiere in “Paper Cages”, danzereccia la vitale “Glimpse Of Love”, complessa e strutturata (per quanto possa esserlo un pezzo dei FF) “Huck And Jim”, uno strepitoso ottovolante indie tra punk funk, rap e il college rock di un refrain sorprendentemente da stadio.
“Always Ascending” convince appieno e rappresenta un’ottima ripartenza per i Franz Ferdinand. Resta da capire se può rappresentare la base per un futuro salto nell’ignoto, o se rimarrà un episodio meticcio isolato nella discografia degli scozzesi. In ogni caso, avercene di dischi di transizione così.
Un deciso “bentornati” a Kapranos e compagni.
Traccia migliore: Huck And Jim
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