Questo magnifico dischetto inaugura un ciclo lunghissimo che ha visto protagonista mister Leslie Howard: il signore in questione ha praticamente registrato l'intera opera pianistica di Franz Liszt, disseminandola lungo una sessantina di CD registrati nell'arco di quindici anni. Di sicuro il maggior omaggio discografico mai realizzato per il musicista ungherese, uno dei principali protagonisti del Romanticismo europeo, virtuoso eccezionale e prolificissimo compositore.

Nella sua produzione non tutto è oro quel che luccica: una certa tendenza alla dispersione delle note ed al gesto esteriore compiuto per strappare un'applauso è in agguato dietro le sue creazioni (forse conseguenza inevitabile della sua sovrumana abilità) ed alcune di esse si esauriscono talvolta nella difficoltà tecnica del genere brillante o sensazionale, ma quando riesce a trovare l'equilibrio tra forma e contenuto, egli raggiunge dei vertici notevoli. Come in questo caso. I suoi valzer conservano ben poco dell'involucro danzereccio originario, se così si può dire: essi sono notevolmente destrutturati a fini espressivi. Cominciando dal più famoso della raccolta, il "Valzer di Mefisto" piazzato in fondo al lotto, una corsa sulla tastiera davvero affascinante, nella quale Howard non si smarrisce mai, portandola anzi fino in fondo con gusto sopraffino e tecnica superba.

Ma superba è anche la prestazione sul "Valzer Dimenticato numero 2", che apre la raccolta in esame: sicuramente l'ascoltatore resterà incantato dal modo in cui lo stesso Howard, dopo alcune pregevolissime escursioni armoniche dalle quali fuoriesce in tutta la sua bellezza il colore del suono, il timbro (a cui Liszt ha sempre posto grande attenzione) pianistico, danza sullo strumento a un tempo di valzer propriamente detto!!! E se nei valzer chopiniani o schubertiani si può ancora intravedere il riflesso dell'Ancien Régime, e mentre li si ascolta sembra davvero di assistere ad un ballo di corte della nobiltà che attorniava i re e le regine dell'epoca, nei valzer lisztiani, nella loro frenesia espressiva e nel loro incedere un pò sghembo e disarticolato, è percepibile il turbamento sociale innescato dai moti rivoluzionari del diciannovesimo secolo, dagli sconvolgimenti che porteranno alla sconfitta ed alla definitiva uscita di scena dell'Ancien Régime suddetto: qui il suo commiato dalla Storia si manifesta sulle note della"Piccola foglia d'album a tempo di valzer", mentre l'incertezza dei tempi nuovi viene espressa dalla splendida "Bagattella senza tonalità", e l'irruzione sulla scena mondiale di nuovi soggetti e classi sociali si palesa nel "Valzer di Mefisto numero 3".

Ed è proprio questa la bellezza della Musica: nella sua espressione migliore, tale forma d'arte riesce a lanciare uno sguardo (tramite l'udito!!!) sul mondo che circonda tutti noi, descrivendolo meglio di quanto riuscirebbe a fare un articolo di giornale o un programma televisivo.

Perciò, che aspettiamo? Accendiamo il lettore e... buon ascolto!!!

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