1994 - La morte di Kurt Cobain è per le masse la morte del grunge. Intanto si affermano altre realtà nella musica rock: viene scoperto il potenziale commerciale del punk revival; esplode la corrente britpop; il metal (in parte) tende ad aprirsi ad un pubblico più ampio grazie ad un cambio di tematiche. Tutto ciò viene alimentato da Mtv, che si limita a pubblicare i video musicali di coloro che considera le sue galline dalle uova d'oro. In questo panorama musicale, il debut album degli svedesi Freak Kitchen passa quasi del tutto inosservato.
Il disco presenta come minimo comun denominatore dei brani il divertimento e la stupidità. I pezzi sono presentati con un elevata prestazione tecnica e compositiva, forti di un chitarrista/cantante che si potrebbe definire un "giocherellone" della chitarra (il vero pezzo forte della formazione), una macchina ritmica alle pelli e un bassista che mena alla maniera giusta rendendo il sound veramente "pino". Una delle caratteristiche importanti del disco è proprio questa: la tecnica (spesso elevatissima) non è mai fine a se' stessa, ma sfocia sempre nell'ironia, tanto che i Freak Kitchen paiono non prendersi nemmeno sul serio. Gli elementi impiegati sono tanti (tempi dispari, cantati pop ai limiti del discutibilr accostati a refrains da "sbornia", ecc..), ma i brani risultano sempre di facile assimilazione, sono divertenti e rendono il disco incredibilmente omogeneo. Non è il genere di musica ad essere originale, e nemmeno la presenza di elementi particolari, ma è il modo in cui il lavoro viene proposto che distingue il disco tra i tanti.
Nella loro carriera, l'antipasto è fin'ora il piatto migliore uscito dalla cucina pazza che sono i Freak Kitchen. Solo con "Move" nel 2002 riproporranno (con una diversa formazione ad eccezione del chitarrista/cantante) qualcosa di divertente e ben fatto similmente all'esordio, ma questa è un'altra storia.
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