"Entrò nella mia vita nel febbraio del 1932 per non uscirne più. Da allora è passato più di un quarto di secolo, più di novemila giorni tediosi e senza scopo, che l'assenza della speranza ha reso tutti ugualmente vuoti - giorni a anni, molti dei quali morti come le foglie secchie su un albero inaridito."

Questo è l'incipit del capolavoro "L'Amico Ritrovato" di Fred Uhlman, un pittore tedesco, ebreo. E' la storia di Hans Schwarz, un ragazzo ebreo nella cui classe arriva, a metà anno, Konradin von Hohenfels, rampollo di un'antica e nobile famiglia di Stoccarda (dove è ambientata la vicenda) da tempo in decadenza. Col passare del tempo Konradin non lega con nessuno della classe, tranne che con Hans. Quest'ultimo ha una visione estremamente romantica dell'amicizia, che richiama sicuramente quel rapporto misto di amore e amicizia, la "filia" greca, tipico dell'antichità (giusto per fare un esempio, famosissima la filia tra Achille e Patroclo). Pur se privato del lato amoroso, il rapporto fra i due ragazzi è molto stretto, e in certi punti del brevissimo libro sembrano proprio dei fidanzati. Per Hans questo rapporto così speciale è tutto ciò che ha sempre voluto, e vive in quei pochi mesi il momento più bello della sua vita. Nel frattempo però, il nazismo avvelena l'ambiente, le idee anti-ebraiche, mai veramente sopite, tornano a farsi sentire con una certa insistenza. Konradin è affascinato da Hitler (che conosce personalmente) e, pur non discriminando davvero Hans, è costretto, in situazioni ufficiali, a mostrare una certa indifferenza nei suoi confronti. Il giovane ne soffre moltissimo, e il rapporto con Konradin comincia a freddarsi. Contemporaneamente i genitori di Hans, compreso il drammatico futuro degli ebrei, mandano il loro figlio in America. Hans non vorrà più sapere nulla della Germania, ma non dimenticherà mai Konradin. Il finale ovviamente non lo scrivo, ma vi assicuro che è di una bellezza assoluta.

"L'Amico Ritrovato" è considerato, come scrive Arthur Koestler nella prefazione dell'edizione di cui ho inserito la copertina, un "capolavoro minore", sia per la sua brevità sia per i toni sommessi e "invernali" del racconto. L'essere pittore di Uhlman si riversa nel suo modo di scrivere, col quale riesce a definire tutte le sfumature (perdonate il paradossale gioco di parole) dei caratteri dei personaggi e delle situazioni che affrontano. Come dicevo, è un libro "invernale" (pur essendo ambientato per buona parte in estate), per via della nostalgia che pervade ogni singola parola di questa bellissima opera, che, vi assicuro, si legge tutta d'un fiato. Perdeteci due ore dietro questo libro, non ve ne pentirete.

L'edizione che ho io (che è quella "scolastica", con tanto di esercizi a fine capitolo!) ha un'utilissima introduzione che ripercorre la situazione socio-politica della Germania degli anni '30 e delle note che chiarificano le numerose espressioni in lingua tedesca e la citazioni di nomi d'autori greci. Vi consiglio di prendere questa edizione proprio perchè inquadra l'opera nel suo contesto, avvalorandone i contenuti. Per vedere la storia, quel pezzo di storia, sotto un altro punto di vista.

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