Freddy Ruppert, carismatico ed enigmatico frontman dei Former Ghosts e praticamente migliore amico di Jamie Stewart degli Xiu Xiu, ha deciso di racchiudere le sue ossessioni in uno scrigno chiamato "American Tragedies", disco talmente intimo, sepolcrale e struggente, che lo ha spinto ad abbandonare persino il suo precedente nick solista (This Song Is A Mess But So Am I), mettendosi a nudo attraverso la crudezza della reale identità.
Un disco che è un crescendo di preghiere sussurrate al buio, gridate contro il vento, di veri e propri squarci dolenti in un cuore senza fondo, risucchiato dalle orrende voragini del sangue non ancora coaugulato, a macchiare camicie bianche e mani alabastrine. è un universo che si erge su continue vertigini, su lunghe camminate su schiene nude e tour in cattedrali sconsacrate.
C'è qualcosa in questo disco, qualcosa di puro e sporco insieme, che ti inchioda completamente. Che sia una ballad meravigliosa come "For The Sake", che accarezza il cuore e porta lacrime amare da disperdere sulle labbra del primo povero cristo che ti capita davanti, o una mitragliata di suoni impazziti, come quell'urlo poco indefinito di "The King", litania gridata nel buio della notte, con mostri feroci che incombono nelle tenebre e sotto il letto della nostra infanzia, è impossibile scappare: c'è qualcosa di magico tra queste melodie oblique, qualcosa di opprimente e sessuale.
Impossibile resistere, tra le sommesse e strumentali parentesi di "Closing Distance 1"/"Closing Distance 2"/"Closing Distance 3"/"Closing Distance 4", ad una perfetta canzone di pop intelligente come "Please, Please Wait For Me", un po' Smiths, un po' Joy Division, un po' via lattea, o agli spiragli sepolcrali di "Our Separate Churches", messa nera, quasi spoken-poetry sulla violenza dei fiati e di rumori poco chiari, dove il sacrificio spetta sempre all'anima, triturata senza pietà dai denti di questo ragazzino talmente bello, che mai ti aspetteresti un tale stupro dei sensi.
E a chiudere il cerchio, l'ennesima tragedia americana: "The Last Sip", filastrocca per puri di cuore, che fa scoccare la mezzanotte. Termina l'incantesimo, si torna alla realtà.
Ma per fortuna è rimasta la scarpetta di cristallo.
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