INTRODUZIONE

Oggi è arrivata la primavera. Mi giro e vedo coppiette che si sbaciucchiano, gelatai che "fanno giornata" in cinque minuti. A fare da contorno un sole che splende narciso e maestoso regalando una temperatura piacevolissima: quel mitico e paradisiaco né troppo caldo, né troppo freddo. Nemmeno il vento viene a rompere e se mi guardo intorno vedo solo sorrisi; persino i piccioni zampettano beati fuori dai coglioni ed in un contesto da tipico happy ending Disneyano mi telefona l'agenzia interinale per dirmi che da lunedì mattina comincerò a lavorare. Mi scuserete quindi se oggi sono felice e voglio parlarvi di zucchero filato sonoro...

BIRRA METAL

La prima scivola via, giù per l'esofago, liscia come non mai. Sarà stata la pizza che mi ha fatto venire una gran sete mi dico, ma ben presto anche la seconda pinta è nelle mie mani. Eh già, la pinta di birra!!! La piccola, diciamocelo, è una presa per il culo; il litro, sebbene faccia il suo porco effetto scenico, non mi garba in quanto tende a scaldare il liquido ambrato quando si arriva in fondo. Comunque sia la serata è di quelle allegre ed in buona compagnia: quel giusto mix di cazzari, ragazze simpatiche e voglia di fare un po' di sano casino, assolutamente non molesto, senza nessun particolare motivo. E' proprio in questi casi, (quando NON ci sono di mezzo compleanni e ricorrenze del cazzo che si devono festeggiare manco fosse un obbligo non scritto), che spesso nascono le serate più inaspettatamente divertenti e riuscite. Alla terza (pinta) il mio caratteristico strato di freddezza si scalfisce e dopo una pausa orinatoio comincio a divertirmi sul serio. La quarta, con l'ausilio di untissime patatine fritte, scende a fatica (non tengo tanto bene, lo so), ma ormai sono lanciato e gli amari ed il limoncello offerto fanno il resto. Decidiamo, dopo un divertente barcollare e ridere, di andare nella casa libera di un amico ed in questo stato di ebbrezza, mentre guida la mia macchina l'astemio ed il saggio della compagnia, metto nel lettore cd i Freedom Call a manetta.
La band tedesca, dedita a quello che ho ribattezzato come "birra-happy metal", è assolutamente perfetta in questa situazione con i suoi cori da stadio. Ben presto mi ritrovo a cantare a squarciagola le canzoni dalle liriche pacchiane scritte rigorosamente in livello A1-a di inglese. Ma in fin dei conti chissenefrega: per una volta disconnettiamo il cervello e lasciamoci andare!!! La serata alcolica prosegue con vivacità tra discorsi deliranti, partite a calcetto balilla, briscole, risate e balli inventati. Mentre si sprecano le risate senza senso, le fotografie ed i video la musica dei Freedom Call continua ad allietarci. Musica facilissima e d'impatto, capace di essere talmente spudorata e ruffiana da riuscire a partire in alcuni frangenti direttamente con il coro.

IL DISCO

Il ritornello, quello di "Carry On" per esempio, è Oktober Fest trasportato in musica con tempi moderati per un inno gioioso e trasbordante che pare una sigla da cartoni animati con l'innesto della chitarra elettrica. Mettete in una padella a soffriggere un po' di doppio pedale, con un buon etto e mezzo di burro ultra melodico, ed ecco a voi pronto per l'uso il tamarrissimo sugo che risponde al nome di "High Enough". Ma se volete l'illusione di un heavy metal potente, lasciatevi rapire dal riffing di "Hunting High And Low" e gustatevelo mentre si scioglie a bagnomaria quando si arriva in prossimità del coro. Una capatina in oriente per un bel arpeggio nel crescendo "Hero Nations" ed un ritorno alle tastiere anni '80 con "Starlight". Non manca la easylistening marcia "Eternal Flame" dalle reminiscenze manowariane e si chiude con lo spumante grazie alla ballata strappa mutande "Circe Of Life". E chissà che da una serata cominciata per caso non possa nascere anche una fugace, ma intensa, storia d'amore.

EPILOGO

Il giorno dopo, con la bocca impastata e un mal di zucca non proprio indifferente, mi alzo e dopo aver fatto una capatina al cesso sento crescere in me l'irrefrenabile bisogno di ingurgitare un buon litro di acqua fresca. Nel primo pomeriggio mi vesto per andare a fare una sana camminata all'aria aperta, ma poco prima di chiudere il portone trovo il cd protagonista della sera precedente sulla cassapanca che mi "guarda". Così, per mero sfizio, provo a risentirlo fugacemente senza troppa convinzione: ovviamente risulta essere inascoltabile e maledettamente vuoto.
Per apprezzare un disco del genere è infatti necessario essere felici ed allegri. Una sbronza ad una festa, una giornata cominciata o finita nel migliore dei modi, una sorpresa inaspettata, un innamoramento o un bel risultato ottenuto; questi sono alcuni dei contesti nei quali "Circle Of Life" (e tutta la discografia dei Freedom Call in generale) non rimane un pastoso e barocco insieme di melodie ben suonate e cantate, ma si eleva a fonte di allegria contagiosa. Insomma, traducendo in voti, se ti metti nei panni del critico saccente ed ascolti questa band quando sei incazzato, serio o pensieroso provando magari ad esaminare i testi elementari e l'originalità delle linee melodiche: 1 secco. Ma se, come me, riesci a gustarti i Freedom Call e "Circle of Life" o"Eternity" quando sei così :)... Beh in questi casi il voto lievita e forse capirai perché gli ho appioppiato addirittura un vertiginoso, e per certi versi scandaloso, 4.

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