I Freedom sono soltanto uno dei miliardi di esempi di ottima band locale che riesce ad incidere qualche disco, riscuotendo una dose di successo alquanto di nicchia: è quella che si potrebbe definire una"nicchia euforica". Indubbiamente il loro successo è rimasto confinato al Canton Ticino ed ad alcune zone di confine con la Svizzera in provincia di Como, nonostante i componenti del gruppo siano italiani. I Freedom sono nati da una visione del virtuoso Marco Cases, uno dei più bravi chitarristi della Lombardia, che ha formato questo talentuoso terzetto grazie all'aiuto di Demis Bianchi (basso) e Ivo Carrozzo (batteria). Ho la fortuna di conoscere Cases di persona e di considerarlo uno dei miei migliori amici: la sua esperienza in campo musicale è incredibile, sia teorica che pratica, è una cosa fuori dal comune.

Nel 2003 esce il secondo ed ultimo disco dei Freedom, "Crossfire", prima dello scioglimento del gruppo, avvenuto purtroppo nel 2006. L'influenza grandissima di questo disco di hard rock, oltre a derivare dalla scena classica in stile Deep Purple, è  correlata in modo molto stretto ai Gotthard. Non è a caso ospite in due brani il tastierista Neil Otupacca, ex membro dei Gotthard, appunto, e dei Fire Trails di Pino Scotto.

Tecnicamente i Freedom sono ineccepibili, un trio veramente esplosivo, mentre sul piano compositivo non sono affatto male, anche se le influenze sopra citate si fanno sentire molto.

Be My Woman è sicuramente la traccia migliore del disco, con riff e ritornello orecchiabili e al contempo parti di vero e duro hard rock: per un certo periodo è stata una hit in Canton Ticino, dove fra l'altro l'intero album ha riscosso un certo successo. (Take Your Head) Off My Shoulder è il riff di La Grange dei ZZ Top preso in prestito, così come l'introduzione della grandiosa Fat Mama ricorda moltissimo l'intro di Stormbringer dei Deep Purple. Ottima apertura è Miss Lap Mess, con Neil Otupacca alle tastiere, simile a Gypsy Train dei Toto: come detto, l'influenza della grande scena rock e metal è molto forte qui. Anche il resto del disco è ottimo, sempre oscillando fra originalissimi pezzi di Hard Rock, Heavy Metal, Funky  (fulgidi esempi sono Scratch That Itch e Strings Of Steel) e un paio di magnifici momenti introspettivi come Love e Daylight, per non parlare del travolgente bluesone finale Climb The Mountain.

Il suono del Cd è complessivamente molto bilanciato ed è stata messa molto in risalto la chitarra, forse un poco a scapito della voce. Il prodotto è un'eterogenea miscela di ottimi elementi stilistici. Anche la copertina del disco, riccamente confezionata in digipak, è curatissima dal punto di vista grafico, un vero piacere da stringere fra le mani.

I Freedom si riuniscono e suonano ancora occasionalmente, sebbene solo nei pochi locali ben disposti verso il loro genere musicale. Resta purtroppo un progetto a raggio limitato, uno di quelli che meriterebbero molto di più, ma che, per colpa di una spietatezza di fondo del mercato musicale odierno e di uno scarso interesse del pubblico al di fuori dei propri fedelissimi, ha dovuto lentamente arenarsi. Un'ennesima dimostrazione di come i grandi talenti in Italia (ma anche nel resto dell'Occidente) non vengano messi in luce a dovere.

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