Pubblicato un po' in sordina rispetto agli album precedenti, il quindicesimo titolo ufficiale in studio dei canadesi Front Line Assembly sembra voler celebrare i venticinque anni di attività sfoderando il meglio della loro aggressività e del loro stilema sonoro. Lasciando perplessi molti fans, la band di Bill Leeb e Rhys Fulber non concede strizzate d'occhio al trend dominante del panorama elettronico e si butta decisamente su una rilettura dell'EBM e dell'hard-core tecnologico in maniera manifesta, indirizzando l'ascoltatore verso orizzonti inquietanti come non mai e simulazioni ritmiche di frenesie allucinatorie.
Aldilà dei titoli dei singoli brani - sempre tesi a descrivere situazioni e iconografie ben precise - il mood dominante dell'intero disco ruota tarantolato attorno alla voce distorta e filtrata e alle bassline strategicamente analogico-digitali, con tutta un'infarcitura di arrangiamenti cattivi che spaziano da chitarre distorte a rullate deliranti di drum-machine; concedendo peraltro terreno (poco) ad incursioni di tastiere che velano di oscura malinconia evocativa le parti finali di molte tracce.
Fatto salvo il lento iperdigitale di "Afterlife", che riprende i migliori Depeche Mode del'ultimo decennio, gli altri 11 brani inforcano i timpani con un tripudio di vocalizzi demoniaci e contrappunti sintetici fin dall'inizio del disco. Inizio su cui la titletrack "I.E.D." martella riff alla Young Gods in salsa techno-epica e concretizza visioni ansiogene di un futuro già alla porta, per poi sublimarsi nelle note struggenti di "Angriff" che schiudono l'universo di dolore e illusione a cui i FLA ci avevano in parte abituato col precedente "Artificial Soldiers" del 2007.
E via così... una cavalcata spesso irrefrenabile attraverso un circuito stampato di immani proporzioni che ci mostra il lato più tenebroso della tecnologia e delle sue deviazioni. Senza aggiungere nulla di sostanzialmente nuovo sul fronte della ricerca, ma certo dimostrando che il mestiere fa ancora la differenza e che oggi come oggi è un sound adrenalinico venato di fantascienza a rappresentare l'ultimo baluardo di coscienza di un'umanità votata all'assuefazione e all'omologazione.
Assegno un bel 4 perchè questo "I.E.D." è un disco massiccio che ti prepara ai momenti peggiori della giornata e ti fa cazzuto.
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