Nel momento in cui i Fuck The Facts decidono di definire le propria furibonda creatura sonora come "bastardized grindcore" vi consiglio di credere loro e non opporre alcun tipo di resistenza verbale o ideologica, perché se doveste malauguratamente mai cercare di mettervi sullo stesso piano di dialettica musicale, finireste per ritrovarvi devastati da una band pronta per entrare nell'olimpo del suono non omologato ed estremo dei giorni nostri.
Dopo una successione di lavori autoprodotti, difficilmente reperibili, condivisi con una quantità non numerabile di gruppi e quant'altro è servito alla formazione canadese per diffondere un verbo malsano a partire dagli ultimi anni dello scorso millennio, allorquando il chitarrista Topon Das diede vita alla macchina (approdata a casa Relapse con il precedente "Stigmata High-Five"), "Disgorge Mexico" porta a coagulazione il meglio possibile e immaginabile di grind, noise rock, crust, death, post hardcore, jazz e persino qualcosa di ascendenza grunge-metal. Il tutto interpretato con una violenza ossessiva, ma che nelle mani di Fuck The Facts si sposa con un approccio al limite dell'avantgarde, il che rende le quattordici composizioni tanto stimolanti per l'elaborazione cerebrale dell'ascoltatore quanto per la sua stessa sottomissione punitiva. La lettura della materia non è esplicitamente tecnica come spesso accade nel panorama odierno tra coloro i quali si muovono in simili contesti, ma la tecnica viene utilizzata per produrre un sound disorientante, dove coesistono le dissonanze, la pesantezza, la schizofrenia, le ambientazioni gotiche, la voce della "posseduta" Mélanie Mongeon, un groove deviato, articolazioni spesso ostiche, ma finemente cesellate e indirizzate al conseguimento dell'obiettivo ultimo: la creazione di un disco spaventosamente diverso!
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