Dei tanti sottogeneri del metal, la maggiorparte è morta (la vendita di molti album, come si sa fa incassi e le major non aspettano altro) ma un genere che ancora è in esistenza e che non soccombe è il grind, e i Fuck the Facts probabilmente hanno contribuito a tutto questo.

Descrivendo brevemente la loro proposta musicale, si potrebbe dire che riprende i vagiti dei Nuclear Death, impregnandoli di una vena maggiormerte hardcore e modernizzandoli senza scadere nella commercialità e nell'ovvietà. I Fuck the Facts, rinascono con una nuova formazione (che io preferisco di gran lunga, al one man project di qualche ep e alla formazione tutta al maschile di Mullet Fever), con Topon alla chitarra e alla batteria, Vil al basso e Mel alla voce; una nota di merito su di lei sta nel semplice fatto che è una tra le voci sicuramente più aggressive che si possano immaginare, una formazione che spazzerebbe via gli Arch Enemy e gli Otep.

Questo album segna una netta differenza con gli album precedenti, dove gli antecedenti ep sperimentali e gli album in your face vengono (sentendo la loro musica) mescolati e rielaborati. La tecnica jazz di alcuni pezzi di chitarra li avvicinerebbe al mathcore (The Sound of Your Smashed Head e la potente Taken from the Nest) ma la differenza la si trova soprattutto nella voce; nientepopodimeno che un latrato disperato che infierisce continuamente al mondo intero, una voce non pompata da distorsori, non osannata migliaia di fan, una voce naturale nata dalla rabbia e dalla voglia e la passione per un genere musicale qualsiasi (in questo caso il grind).

Spiazzante, allucinogeno, estremo, potente, catchy, una novità estremamente interessante.

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