Rabbia, disperazione, solitudine. Queste sono le prime parole che mi vengono in mente quando penso ai Fuel, ed in modo particolare a questo loro debut album, 'Sunburn' datato 1998.
I Fuel furono una delle tante rock band americane nate cavalcando quella grande onda che investì e sommerse gli Usa partendo dalla grigia Seattle. Formata nel 1989 a Brownsville, nelle zone rurali del Tennessee, dal chitarrista Carl Bell e dal bassista Jeff Abercrombie, inizialmente con il nome di Small The Joy; la band, dopo aver reclutato il singer Brett Scallions, emigrò nel 1994 in Pennsylvania, alla ricerca del primo contratto discografico, assumendo in quello stesso anno, dopo l'ingresso del batterista Jody Abbot, il definitivo nome Fuel. Nel corso dei tre anni successivi la band fece le prove generali al debutto pubblicando ben 5 ep; fino a quando, nel 1998, grazie al successo commerciale del singolo 'Shimmer', il gruppo finalmente riuscì ad entrare in studio, per registrare questo debut album sotto il grande marchio della Sony.
'Shimmer', la canzone manifesto del disco, che parte lenta e vulnerabile per poi prendere quota nel bridge, si rivela essere una song riuscita e facilmente assimilabile, che garantì quella riconoscibilità, unita alla facile presa, che fu il trampolino di lancio per le ambizioni del gruppo. Il disco si snoda poi tra i ritmi cupi e riflessivi di 'It Come To This', e l'appassionante crescendo della title track, che porta la song dai delicati accordi delle strofe all'enfasi del chorus, con il canto sospeso a metà strada tra rabbia e angoscia del singer; che contrastano con la positività dell'elettrizzante opener 'Untitled e la solarità di 'Song For You', brano davvero emozionante e dotato di un altro chorus memorabile. Non mancano pezzi più hard e tirati, come 'Jesus Or A Gun', song dura sia a livello musicale che di lyrics, ispirate probabilmente alle tante campagne di 'pace' intraprese dalle forze armate della loro madrepatria; l'incalzante 'Bittersweet', o le meno incisive 'New Thing', 'Mary Pretends', e 'Ozone', dai ritmi sempre scoppiettanti, pur senza rinunciare alle solite aperture melodiche sempre ben presenti nei chorus.
Chiude il disco la meravigliosa 'Hideaway', gioello (semi)acustico e nichilista, che annienta davvero in profondità per l'atmosfera colma di inquietudine e attesa che la band riesce a ricreare, tra le note di chitarra ora dolci, ora più aggressive, e il canto sofferto e distante del singer Brett Scallions.
'Sunburn' si rivela un debutto convincente, che esprime la vera anima del gruppo, quella fatta di anni e anni passati a suonare anche nei peggiori bar e locali, nell'attesa e nella speranza di farcela; questo nonostante anche il successivo album, 'Something Like Human', pubblicato due anni dopo, risulti sicuramente valido e contenga quelle che probabilmente sono le loro canzoni di maggiore successo, ovvero 'Hemorrage(In My Hands)' e 'Bad Day', ma suoni già più costruito a tavolino e meno sincero di questo debut; maggiormente influenzato da quelle sonorità modern-rock che andavano già per la maggiore nell'America di quegli anni, sull'onda di band come Creed, Staind, Goo Goo Dolls o Alter Brigde, le cui influenze risulteranno ancora maggiori nel successivo 'Natural Selection'.
Negli anni successivi al 2003, la band andrà invece incontro ad una continua rivoluzione, che vide prima l'abbandono del cantante Brett Scallions e del batterista Miller; dopo averli sostituiti con Tommy Stewart e Toryn Green, il gruppo pubblicò il quarto album, 'Angels And Devils'(2007), che ebbe un buon riscontro commerciale. Dopo il tour di quell'anno, però, il gruppo sembrò assopirsi a causa di problemi con la casa discografica, fino a quando l'ex singer Brett Scallions formò una nuova band insieme al bassista Jeff Abercrombie, dal nome 'Refueled'; che, dopo qualche anno, in seguito a un'accordo concluso tra il cantante e l'ex chitarrista Carl Bell, andrà a riprendere l'antico marchio Fuel, per mantenere in vita almeno il ricordo di un gruppo che è arrivato forse troppo tardi, rispetto ai tempi, per per riscuotere i successi e gli apprezzamenti che avrebbe meritato, anche al di fuori degli States.
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