"13 Songs" è il primo album della band statunitense Fugazi, nome che proviene da una frase utilizzata spesso dai militari americani: "Fucked Up, Got Ambushed, Zipped In". La band di Washington è uno dei punti di riferimento della scena musicale dell'est degli Stati Uniti e di tutto il filone punk-rock degli anni 90.

I Fugazi fondati da Ian MacKaye, che faceva parte della band Minor Threat, nascono nel 1987 e accanto al cantante-chitarrista MacKaye presentano Guy Picciotto, chitarra e voce, Joe Lally al basso e Brendan Canty alla batteria. Il gruppo mette insieme l'esperienza e l'intelligenza di MacKaye con la bravura e la fantasia di Lally e Canty e l'estro musicale di Guy Picciotto, formando cosi un suono forte, duro, grezzo e con punte di melodia che lo rendono particolare e diretto. I Fugazi sono una band che esprime al meglio l'hardcore dei Minor Threat , il punk della fine degli anni 80 e l'indie rock, vengono considerati infatti una band posto hardcore punk di cui sono i pionieri. Nel loro primo album troviamo le migliori intenzioni e alcuni capolavori del loro vasto repertorio a cui si rifaranno molti gruppi punk e non solo. "13 Songs" inizia con la strepitosa "Waiting Room" canzone simbolo di questa band e in parte anche del filone musicale di quel periodo; il giro di basso iniziale è uno dei piu belli dell'album, quasi funk: stupendo nella sua orecchiabilità e martellante insieme alla batteria con cui forma un ritmo sincopato che introduce la chitarra stoppata marchio di fabbrica della band. La canzone prosegue con la voce potente e roca di Ian, che esplode nel marasma finale, a cui fa eco Guy Picciotto che fa suo invece il secondo brano "Bulldog Front" in cui si viene a creare un'atmosfera tetra e un muro sonoro notevole grazie a potenti schitarrate fugaziane e dove sempre nel finale viene confermata la potenza hardcore di Ian e compagni.

Il terzo brano "Bad Mouth", molto bello a mio avviso nella sua semplicità, viene condotto dal buon Ian che, dopo un intro prettamente rock, recita quasi una filastrocca nella strofa e avvalendosi di una batteria molto potente e veloce delinea una buona traccia punk. Proseguiamo il nostro percorso musicale con Burning dove troviamo un'atmosfera stavolta caotica e quasi infernale con trovate chitarristiche particolari e un Brendan Canty in formissima; tutto ciò al servizio della voce calda e tagliente di Picciotto. Guy è poi il protagonista della quinta song, dove affiancato dagli urli di Ian porta in crescendo la canzone dalla chitarra pulita dell'intro e nei fraseggi dell'intermezzo; dalla canzone della seconda voce Picciotto "Give me the Cure" passiamo a "Suggestion" nella quale si impone MacKaye sempre coadiuvato dall'estroverso e geniale Guy. In "Suggestion" passiamo ad una durata superiore rispetto ai due minuti di grande potenza e spigolosità di capolavori come "Waiting Room" e "Give me the Cure" ma ciò non toglie l'estrema forza e carica fugaziana. Da evidenziare il notevole lavoro del mitico Joe Lally al basso e la bravura di Ian MacKaye sia alla voce sia alla chitarra, che con estrema velocità e creatività è capace di cambi di ritmo notevoli che vanno poi a delineare un clima come recita appunto il titolo suggestivo, epico l'urlo di Ian "Why can't I walk down a street free of suggestion?" sulla base del riff iniziale di Lally.

"Glue Man" chiude la prima parte del album che originariamente era diviso in due ep "Fugazi" il primo e "Margin Walker" il secondo; questa è una buona canzone punk dove Picciotto sbraita e si agita dando un tono molto agressivo. "Margin Walker" è l'ottava traccia: puro punk-rock, violento, veloce fatto con semplici accordi, batteria veloce, un altro riff di basso straordinaria bellezza e tutta la rabbia del duetto MacKaye-Picciotto, capolavoro. Con "And the Same" vi è un momento di calma condito da uscite di chitarra particolari e un buon cantato e una influenza derivata dai Sonic Youth. "Burning Too" esprime la la rabbia e la violenza dell'individuo nella società odierna, "We are consumed by society", grazie agli urli e alla voce possente di Ian e ad una buona chitarra con molto palm muting come in quasi tutte le song del cd. Sia Provisonal che Lockdown sono cantate dal solo Picciotto, la prima più riflessiva e melodica, la seconda veloce con un suono più grezzo, entrambe comunque rappresentano un discreto lavoro post hardcore. L'album "13 Songs" termina con un capolavoro finale, la bellissima "Promises" che ci mostra un'altra stupenda atmosferica surreale e creativa. Spettacolare la voce e la chitarra di Ian MacKaye in questa traccia cosi come il basso di Lally e la drum di Canty che scandiscono un'iniziale drammaticità che sfocia poi in buone strofe con intermezzi allucinogeni. "Promises are shit" all'inizio e "Promises Promises Promises words" urlato alla fine riassumono la rabbia, la cultura e la potenza di questo band americana.

"13 Songs" è in definitiva un album notevole per essere un album di debutto, rappresenta inoltre un importante opera di ciò che è che è stato l'hardcore e la cultura indie punk/rock in generale. La band è stata sempre coerente e in linea con i propri principi e mentalità: elemento importante è infatti l'assoluto "DIY" (Do It Yourself), espresso in una totale indipendenza da ogni circuito commerciale. La politica del gruppo è stata infatti sempre quella di non fare merchandise, auto-prodursi, suonare in luoghi come spazi liberi, pubblici e rendere i prezzi dei live e degli album molto bassi e accessibili a tutti. Che dire un album eccezionale, veramente forte, originale e carico come una bomba ad orologeria... quindi procuratevelo cosi come quelli successivi perché ne vale propriomaproprioassaiassaiallucinantemente la pena.

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