FUGAZI (brani 1-7)
Wowowowow WOW!!! Non posso resistere dall'assegnare sei stelle su cinque solo ascoltando i primi secondi della prima traccia! Un giro di basso orecchiabilissimo, entrano la batteria e la chitarra "stoppata", tutto si ferma di botto, silenzio per qualche istante e subito si riparte, sopraggiunge la voce di Mackaye e il brano continua a stupire, stupire, stupire e stupire! Beh, dopo tale spettacolo il resto sarà un po' sottotono, no? No, no, le sorprese continuano senza sosta in canzoni che non finiscono mai come iniziano, spiazzano ad ogni cambio di tempo, ad ogni svolta, sempre fuori da ogni schema. La melodia è guidata da basso e batteria che creano lo spazio per gli interventi chirurgici delle chitarre e i vocalizzi di Picciotto e Mackaye. In particolare mi fa letteralmente impazzire "Suggestion" che parte con le corde rese mute dal palmo della mano, cresce lentamente e, tra ritmi imprevedibili, arresti improvvisi ed altri fugazzevoli artifici, si trasforma in una sorta di blues con basso quasi reggae che sfocia in un coro scatenato, prima di mutare in tutt'altro e poi ancora!!! È d'obbligo qualche altro punto esclamativo!!!!!!!!
MARGIN WALKER (brani 8-13)
Facciamola breve, "Margin Walker" è sicuramente inferiore al primo EP ma le canzoni, pur non tutte memorabili, sono sparate a livelli stellari dall'interpretazione (e nell'interpretazione non considero solo la voce, ma tutti gli strumenti). I Fugazi hanno un modo di "gestire" la materia sonora che rende interessante qualsiasi materiale, scommetto che potrebbero trasformare persino "Songs About Jane" in un capolavoro stratosferico avanti di anni. I pezzi notevoli comunque non mancano: "Provisional" (che però è surclassata dalla magnifica versione su Repeater) e la stupendamente cupa "Promises" che riassume in sé tutta l'arte "fugaziana", musica in continua metamorfosi.
Per la storia: i Fugazi, pur usando i soliti 3 strumenti (chitarra-batteria-basso), sono riusciti a produrre rock innovativo influenzando migliaia di gruppi negli anni '90 (compreso purtroppo tutto l'inutile emocore), facendo fiorire e prosperare la scena indipendente di Washington e continuando sorprendentemente a crescere di disco in disco allontanandosi sempre più dai canoni del punk e dell'hardcore, perseguendo una politica di totale indipendenza dall'industria discografica "maggiore".
Voto finale: 6/5 al primo EP e 4/5 (per essere proprio cattivi cattivissimi) a "Margin Walker", media CINQUE SU CINQUE.
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