C'è un vicolo cieco nella pioggia acida di ottobre, che bagna marciapiedi stretti e cade sfinita nei tombini. Un sibilo lontano richiama l'attenzione come una sirena improvvisa (pericolo!), il basso di Lally avanza velenoso, poche note insistenti e confuse deflagrano in un riff potente, necessario (Facet Squared). Sono pugni che sanguinano su un muro nero e altissimo di menzogne col tacco. Sono verità addomesticate e ben retribuite dai menestrelli della disinformazione. E' il potere usuraio che non logora mai il padrone, che torna ad avvitarsi intorno al collo e stringe forte (Returning The Screw). E' una parete umida di scritte e slogan populisti, di servi e fantocci teorici del nulla; pisciarci un po' sopra aiuta la diuresi, e migliora la digestione. Anche voi che leggete, avvicinatevi tranquilli al muro e immaginate: immaginate finalmente di liberarvi in un gesto associativo, sul parlamento prostituito agli interessi di pochi, su questa plutocrazia mascherata da repubblica delle banane, sulla presunta superiorità occidentale.

Farlo durante l'ascolto di Public Witness Program, in compagnia di due tizi con palle d'amianto quali Ian MacKaye (chitarrista e fondatore degli storici Minor Threat) e Guy Picciotto, per il sottoscritto è cosa buona, giusta, e stimolante; diciamo quanto un weekend in Valtellina insieme a Caterina Murino. Insomma, questi signori in vent'anni hanno pur sempre preservato un'integrità artistica unica, inimitabile, moralmente coriacea. Se poi il vostro pudore vi nega un sano e orgoglioso pissing pubblico, sulle mura schifose e ammuffite che spesso ostacolano le nostre vite, allora cambiate recensione e passate ad altro; comunque ormai ho quasi finito, e v'ho fregato... In On The Kill Taker era la frase di una vecchia lettera trovata dal vocalist Guy Picciotto. Catarsi e urla implose, vuoti e chitarre abrasive (Rend It), intenso e meditativo slow-core che al minuto 2'56'' muta in una viscerale digressione post-rock, post-noise, post-tutto degna della Gioventù Sonica (23 Beats Off), proiettili pulp\hardcore di chirurgica e polemica precisione rispediti al mittente prevaricatore (Great Cop): "In On The Kill Taker" è il terzo grande (forse grandissimo) album targato Fugazi da Washington D.C.

"..They should never touch the ground. Irony is the refuge of the educated, always complaining but they never quit. Cool's eternal, but it always dated.."

Riavvolgo il nastro. Dicevo che i Fugazi rimangono indelebilmente l'espressione più sincera e militante dell'utopia rock, dello spirito indipendente DIY (Do It Yourself) senza compromessi e catene mercantili, fin dalla fondazione a Washington nel 1987. Fugazi è l'acronimo di "Fucked Up, Got Ambushed, Zipped In" ("Fottuto, preso in imboscata, chiuso dentro"), frase utilizzata dai soldati americani in Vietnam per segnalare situazioni d'estremo pericolo. "In On The Kill Taker" amplia e definisce gli orizzonti post-hardcore dell'epocale "Repeater" (1990) e di "Steady Diet Of Nothing" del ‘91. Uscirà nel maggio 1993 per l'emblematica e rigorosa Dischord Records del boss MacKaye, prodotto dai quattro anti-eroi dell'underground U.S.A. con Ted Niceley. Un album incendiario come benzina sul fuoco, che ogni bravo ragazzo cresciuto tra volontà e fallimento dovrebbe mandare a memoria. E perdersi istintivamente nel funk mentale di Sweet And Low, in cui la sezione ritmica di Joe Lally e Brendan Canty incrocia lirismi elettrici à la Slint. Nella nevrosi di Instrument, dove Picciotto evoca magistralmente il canto indolenzito dei fratelli Mothersbaugh. Nel vigoroso omaggio al nume tutelare John regista di "La sera della prima" (Cassavetes) e nell'addio sull'ultima, sgranata immagine al ralenty di Last Chance For A Slow Dance. Le nubi sembrano diradarsi nei cieli incerti di ottobre, e Smallpox Champion schiuma rabbiosa abnegazione da un anonimo appartamento. Prima che il Ministero dell'Informazione venga a prendermi, prima che la polizia sfondi la porta, buchi il soffitto e mi porti via incappucciato. Dopo una firma sulla ricevuta.

"..You saw what you wanted. You took what you saw. We know how you got it. Your method equals wipe out. The end of the frontier and all that you own, under the blankets of all that you've done. Memory serves us to serve you.."

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