Qualcuno lo ha definito l'album della svolta, il disco con cui i Fugazi si allontanano definitivamente dall'hardcore delle origini per raggiungere qualcosa d'altro. Una cosa è sicura, Red Medicine è uno di quei pochi dischi nella storia del rock che vive fuori dalle definizioni, immortale e atipico, originale e trascendente.
La musica parla da sola: l'iniziale Do You Like Me è quasi fuorviante nella sua (relativa) "normalità", ma da Bed for the Scraping in poi, col suo bellissimo pazzo riff di chitarra a metà strada fra Punk/noise/psichedelia, si entra in un vortice folle e deviato dove la legge è l'assenza di schemi e dogmi che intrappolino la musica; Latest Disgrace, Birthday Pony, Forensic Scene, sono sorte di Ballads stranite, che sembrano provenire da un altro mondo, visionarie e apocalittiche; Combination lock e Version sono strumentali rumorosi che parlano di un mondo impazzito; Fell, destroyed è forse l'apogeo dell' estetica proposta in Red Medicine: un pezzo fuori dal tempo e dallo spazio, indefinibile eppure perfettamente compiuto; Target e sopratutto Back to base ricordano il passato prossimo e remoto dei Fugazi; Long distance runner, con la sua coda ipnotica, è la perfetta conclusione.
Red Medicine è un disco cosi tanto fuori fuoco da essere forse il meno influente dei Fugazi; ma riesce a toccare allo stesso tempo una perfezione formale e una divergenza stilistica tale che la musica raggiunge una dimensione assoluta e quasi metafisica più unica che rara nel Rock. Imprescindibile.
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