Devo ammettere che non li avevo mai ascoltati prima. Fugazi. La recensione qui pubblicata di "Repeater" mi ha fatto smuovere il culo per andare a cercarli e, dopo qualche ora, ritorno a casa con questo cd tra le mani... Anche se a dire il vero non avevo la benché minima idea di cosa aspettarmi durante l'ascolto... l'Hardcore... per quelli come me definizione da pigliare con le molle; non mi ha mai fatto impazzire l'Hardcore. Mi ha sempre fatto impazzire il Post-Tutto. Il Post-Hardcore ad esempio.

Piazzo il cd nel lettore, passano alcuni secondi e inizio ad avere strani fremiti, come se l'iniziale distorsione di "Exit Only" mi ricordasse qualcosa (Jesus Lizard?), ascoltando la sezione ritmica dai tempi sghembi, irregolari, ossessivi, folli, frenetici, isterici; quella voce urlata... a tratti sgraziata. Ascolto a volumi sconsiderati anche le altre tracce, in particolare focalizzo la mia attenzione su "Latin Roots" e la strumentale "Steady Diet". Riff scarnificati, privati di emotività si intervallano a pialle di cemento armato dal tessuto sonoro che si librano ripetitive, spoglie, a scatti, sinfonie urticanti, con le voci dei due cantanti che si sgolano e fanno a gara a chi sbraita di più dietro al microfono, alternarsi di pieni e di vuoti. Tutto molto Hardcore. Tutto molto Post.

Senza soffermarmi troppo, ho ascoltato questo album per tre volte di fila, rimanendo allbito dal fatto di aver trascurato questa band per troppo tempo. Sapevo che erano Hardcore. Ma non questo tipo di Hardcore. Che poi si può chiamare anche Hardcore dalle forti tinte noise-rock o post-hardcore. Nel senso che questi erano avanti troppo rispetto alle band che lo suonavano in quegli anni.

Che altro aggiungere... la scoperta di questa band, mi ha aperto nuove frontiere... penso di fare mia tutta la loro discografia, partendo da 13 Songs, il loro primo lavoro per poi passare a Repeater e a tutti gli altri. Ascoltate ad esempio la traccia numero quattro "Stacks" e capirete di avere di fronte una band folle e anticonformista come poche. Addentratevi nei meandri di un suono geometrico, mai scontato, mai banale, sempre mostruosamente attuale. Ma non chiamatele canzoni. Vi Prego. Non sminuite questa band e questa perla rara targata anni '90.

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