Novembre 1998, 10th Street, New York.
L'appuntamento è per le ventitré circa.
C'è un fumo denso nel locale, al pianobar due ragazze in veste succinta guardano verso di noi con aria stanca.
Dal palco la voce di una Gibson richiama l'attenzione a un giovane bianco in abito scuro, nonostante l'atmosfera buia ha occhiali da sole scuri e baffetti da playboy. Le sgualdrine non guardano noi, stanno guardando lui, lui che con voce sommessa canta di una vita vissuta, con quell'aria di chi, per esperienza, la sa lunga.
E' un attimo, una luce dal fondo, le urla, il fuggi fuggi generale, il sudore che ti gela i pensieri.
La Polizia.
No, non stanno correndo verso di noi, su un giro di basso incalzante la musica s'interrompe; sono venuti per lui.
Non sembra scomporsi, con la stessa calma con cui stava cantando afferra il bicchiere di whisky, immediatamente lo scaglia verso il primo agente, impugna una busta e fugge dal retro dileguandosi.
Era lui, avremmo dovuto riconoscerlo, notti insonni di sigari spese al tavolo verde e tra le lenzuola di qualche invitante bionda, con quel fare di chi ha già vissuto tutto sulla sua pelle, quel fare di chi vive la propria vita sempre al limite.
Ora sarà sulla sua vecchia Cadillac, l'ennesimo inseguimento, ma non lo prenderanno mai perche lui non si fa mai prendere, lui è The King Of New York.
Cool, very cool.

Con 100% Colombian, secondo capitolo datato 1998 dopo il debutto con Come Find Yourself, i FLC ci riportano in un'atmosfera di gangster e locali notturni, Huey 'DiFontaine' Morgan e i suoi due soci creano un sound moderno che sembra catturare in un solo colpo tutte le facce di una New York che vive e palpita.
Tocchi di piacevole jazz si fondono al movimento verbale di un rilassato hip hop, accenni di caribe si legano alla magnifica leggerezza del suono, con quella voce confidenziale di Huey che sembra trovare in Barry White il suo massimo ispiratore.
"..Barry White, saved my life..."
I tre criminali si divertono a farci respirare avventure di vita nella metropoli statunitense, tra inseguimenti mozzafiato in "10th street", sbornie da whisky con "Mini Bar Blues", avventure tra le lenzuola di avvenenti ragazze (Sugar) e struggenti confessioni (We Are Very Worried About You).
Peccato che la nostra avventura Newyorkese duri solo cinquanta minuti, al secondo bicchiere di Jack e un Avana da gustare avevamo cominciato a prenderci gusto.

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