"The darkness sorrounds you. The darkness shrouds everything. Movement is apparent and the movement is dangerous. All around the walls are crushing, looming as if to threaten the collapse. But this   is home, the dark, the warmth."

Hai paura. L'oscurità ti circonda, l'oscurità inghiotte tutto. Non vedi niente, non capisci niente. Non sai più dove ti trovi. Sei a casa? Sei sull' orlo di un precipizio? Comunque sei paralizzato. I colori non esistono più. Provi a muovere una braccio, piazzi la tua mano davanti ai tuoi occhi, magari percepisci un' ombra, qualcosa, forse qualche flebile lontana fonte di luce esiste ancora. No. Tocchi il tuo viso con quella mano, il senso del tatto ti avverte che l' esperimento ha dato esito negativo. Fonti di luce vicine non ce ne sono.

L'oscurità ti avvolge e ti fa avvertire un freddo pungente. Non fisicamente però. Tutto è nella tua testa. Il fisico non esiste più. I pensieri sono amplificati e più chiari, le sensazioni esponenzialmente più forti. Ed è buio, hai paura.

I mostri, certo i mostri. Chissà cosa si nasconde in questa oscurità, chissà che mostri pronti a sbucare fuori chissà cosa ti faranno. Chissà...

Chissà cosa potresti fare tu stesso. 

"Fighting back becomes more difficult and we resign ourselves to existence in the dark (you must stay afraid). And the hate only gets worse. Hidden in the low light the hate only gets worse."

Tu non hai paura dei mostri, tu hai paura dell'oscurità. Tu hai paura dell'ignoranza, tu hai paura di ciò che non conosci e di ciò che non vedi. Ma l'oscurità non nasconde niente, l'oscurità nasconde solo te.

"The truth is what we make it, not what you see, so ask no questions."

E te non vedi. Sei nascosto pure a te stesso. Non ti riconosci più. Ti stai perdendo. La tua mente si sfalda. Hai paura perché la persona che credevi di essere non c'è più. Hai paura di te stesso. Quel te stesso che diventa la stessa identica cosa dei mostri di quando eri piccolo. 

I mostri sono reali e sono tutti dentro di te, scalpitanti, assetati di sangue e in cerca spasmodica dell' uscita. Sono sotto una coltre di oscurità e aspettano pazientemente, dilaniandoti poco a poco.

 "How could we free anyone when we can't save ourselves."

Half Moon Bay è una cittadina a circa sessantacinque chilometri da San Francisco, una località ridente e ricca. Adolescenti ricchi che frequentano scuole private si dividono tra feste stereotipate e droghe di scarsa qualità e adolescenti più poveri si dividono tra feste stereotipate e droghe di scarsa qualità. Insomma, solita California stereotipata da teen-drama di infima lega, ovvero solita California stereotipata da teen-drama e basta.

Da qua vengono i Funeral Diner. Da qua viene "The Underdark".

Il soffitto di questa solare realtà crolla, travolgendone anche il pavimento e rivelando tutta l'oscurità, la morbosità, la falsità, l'ipocrisia e il caos distruttivo che nasconde l'illusione che vada tutto bene. Quella che sembra rassicurante e reale. Quella che non vogliamo sapere. 

"Decline" è l' intro strumentale che inizia questa vertiginosa spirale verso i meandri più nascosti e oscuri, i più inquietanti, anfratti che pensavamo non esistere, che avrebbero fatto meglio a non esistere. E il peggio è che non riguardano solo il mondo che ci circonda ma anche noi stessi. Dopodichè procediamo in un viaggio psichico in condizioni sempre peggiori. Seguono urla, melodie nere come la pece, oscurità sempre e comunque, un'inferno con fiamme gelide, una poetica decadente e rassegnata." Collapsing", " We Become Buried" è il delirio. " It Is Good We Never Met". Annichilimento. Una destrutturazione meticolosa e chirurgica. Si continua a scendere.

 "No voices were heard and none were memorable. We were left to our own destiny, failed at that and sought solace in the coldest arms imaginable. We are the makers of our own fate and we failed.     We all have blood on our hands."

 Ci siamo. Abbiamo raggiunto la fine . I mostri sono qua. Siamo faccia a faccia. Siamo davanti a uno specchio.

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