I Funeral For A Friend non sono mai stati tra i miei gruppi preferiti, visto che mancano di una cosa che io ritengo fondamentale: i ritornelli. Sì, lo so che ci sono, ma spero si sia capito cosa intendo: ritornelli efficaci e di presa sicura. Invece la discografia del pur simpatico gruppo gallese, a parte qualche episodio ("Into Oblivion", "Constant Illuminations", "Walk Away") è passata alle mie orecchie in uno stato di anonimato quasi imbarazzante, dato l'esagerato entusiasmo della critica (soprattutto) inglese.
E non sfugge alla regola neanche "Conduit", disco che arriva a 10 anni dal ground-breaking "Casually Dressed & Deep Conversation"; il gruppo di oggi è per tre quinti diverso da quello che nel 2003 venne fuori con lo stesso effetto di un tornado, ed è proprio forse questo viavai di musicisti che ha fatto sì che il sound dei Funeral For A Friend risulti abbastanza anonimo alle orecchie di un non fan sfegatato dell'emocore.
Come dicevo prima, questo "Conduit" scorre via come da copione: singolo devastante e che verrà ricordato negli anni a venire (la stupenda "The Distance"), e un manipolo di canzoni che mi sembra di avere già sentito nei precedenti dischi della band di Bridgend. La formula è sempre la solita dal post "Tales Don't Tell Themselves", ovvero melodie e riff di chitarra aggressivi, cantato in bilico tra melodico e urlato. Sulla carta è tutto splendido, ma nella pratica il disco manca dei ritornelli efficaci che invece sarebbero richiesti da un gruppo del genere.
"Conduit" non è un disco bruttissimo eh, ma sa di vecchio già dal primo ascolto.
Fatto sta che una canzone come "The Distance" riesce a salvare da sola la baracca.
Voto: 6 (su 10)
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