Rincorrevo da tempo questo disco di cui avevo sentito parlare benissimo e finalmente l’ho trovato. Piccolo capolavoro di voci provenienti da notti insonni, da incubi religiosi e avvolgenti.

Non sto parlando di quelle storie di metal, gothic o quant’altro, questi pezzi sono suonati da chitarra classica (Bardo Pond) e voce femminile con l’aggiunta di un po’ di elettronica. Tanto basta per proiettarci in qualcosa che definirei un modernissimo canto gregoriano al femminile, un’atmosfera siderea per rendere omaggio ad una non meglio identificata “Russian Snow Queen”, o ad un senso di spazio infinito in “Freedom”.

"Fursaxa" è in realtà Tara Burke, una donna sola non un gruppo, spesso paragonata a Nico o addirittura ad una moderna Hildegard Von Bingen, forse proprio per questo senso di religiosità che permea tutta la produzione, a me fa venire in mente anche qualche momento più soft di Diamanda Galas, senza però quella voglia di stupire, quella “guittezza” tipica della greco-americana. La voce è spesso sovrapposta per dare questa sensazione corale, a volte angelica altre volte diabolica ma sempre tutto sommato piacevole.

Nel pezzo più rappresentativo “Pyracantha”, ci sono probabilmente solo due accordi di chitarra che si ripetono eppure l’atmosfera è spaziale, galleggiante sulle nuvole.

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