Esistono film che vivono da sempre circondati da un alone di leggenda e mistero che si alimenta incessantemente anno dopo anno. Questo “Nosferatu” di Friedrich Wilhelm Murnau del 1922, non è da meno.
Un film inquietante con molte “zone d’ombra” che, grazie all’indimenticabile trasposizione vampiresca del protagonista quasi esordiente Max Schreck e a soluzioni registiche innovative e memorabili, riuscì a classificarsi tra i maggiori film “maledetti” di sempre ed uno dei capisaldi storici dell'espressionismo cinematografico tedesco.
Il film, liberamente ispirato al romanzo “Dracula” (1897) di Bram Stoker dovette uscire con un titolo diverso per una questione di diritti d’autore ma, nonostante tutto, dovette subire una causa e un processo. Persa la causa, tutte le copie del film vennero distrutte tranne una che venne miracolosamente salvata e che ci ha permesso di rivalutare oggi l’importanza e la bellezza di quest’opera unica nel suo genere.
La trama è ai più risaputa: nel 1838, dal suo maniero nei Carpazi, il temibile conte Orlok di orrende fattezza, rinchiuso nel suo sarcofago, si fa trasportare a bordo di una nave alle porte di Brema dove contestualmente si sta diffondendo la peste (il buio, il nero, l’ambientazione notturna come archetipo e metafore del Male). Ci vorrà solo il sacrificio di una giovane donna (bianca, innocente, pura: il Bene) a vincere sul temibile vampiro, sorpreso dalla luce dell'alba e “distratto” dalla bellezza della giovane fanciulla.
Del resto, la figura del Vampiro verrà utilizzata dai fanatici del Neo Partito Nazista che la sfrutteranno ai fini della loro propaganda Anti Semita (siamo nel 1922 e la Seconda Guerra Mondiale era alle porte!.
Un film tremendamente attuale e considerato dalla critica internazionale una pietra miliare del genere (a questo seguiranno il Nosferatu di Herzog con Klaus Kinski e quello ambientato a Venezia di Augusto Caminito, sempre con K.Kinski a reinterpretare per la seconda volta il vampiro)
Con scene di stampo teatrale, tipiche dell'espressionismo tedesco di quegli anni, Murnau ridisegna inquadrature metafisiche ambientate in luoghi quasi irreali e scenograficamente neutri scavando sequenze tratte da territori del sub-conscio piuttosto che ambienti realistici, immagini ricche di bianchi e neri estremi, quasi “grafici” nella loro geometria, con uso innovativo di angolazioni, montaggio, immagini in negativo, ecc. con tutta una serie di metafore e simbolismi che hanno fatto scuola.
Ancor oggi una delle migliori rappresentazioni del conte Dracula mai apparse sullo schermo. Un film non facile da reperire ma che, grazie a varie ricerche in rete, potete ammirare nella versione INTEGRALE qui .
P.S. Nel 2000 il regista E. Elias Mehrige, dedicherà un film all’intera vicenda (“L'ombra del vampiro”) con John Malkovich e Willem Dafoe. Nel film si ipotizza che Max Schreck fosse DAVVERO un vampiro e non un attore teatrale (ipotesi per altro MAI smentita).
Carico i commenti... con calma