BACIAMI ANCORA
Sottotitolo - "Chiamare un film "L'ultimo bacio" e intitolare il seguito "Baciami ancora" è già di per sè raccapricciante"
GLI UOMINI:
L'Ipocondriaco - Carlo (Stefano Accorsi)
Nonostante le migliori intenzioni con cui ci aveva lasciati alla fine de "L'ultimo bacio", lo ritroviamo assetato di passera peggio di Rocco Siffredi dopo sei mesi di astinenza.
Per sua stessa ammissione, ha passato gli ultimi due anni a trombarsi più o meno ogni buco che gli sia capitato per la patta dei pantaloni. Con abile mossa registica, ci viene suggerito che le uniche ad essere scampate alla sua furia libidinosa sono una vecchia zia ultranovantenne e la serratura della porta della cantina.
Ad un certo punto, scopre di avere un bacarozzo sotto pelle da qualche parte nella testa. Così impazzisce: comincia a sudare ed ansimare peggio di un pastore marsicano, tampina la ex moglie e si mette a farle discorsi del tipo: "Mentre ero privo di conoscenza ho visto prima la Madonna, poi il Mago Herrera, e poi il tuo viso. Ti prego, mettiamo una pietra sul recente passato e sul fatto che mi sia scopato tutto il corpo docente delle scuole che nostra figlia ha frequentato/frequenta/frequenterà nei prossimi quindici anni e riproviamoci. Questa volta sarà per sempre, me lo sento".
Piccola nota di costume: Accorsi a trent'anni aveva una leggerissima stempiatura. Quando le ragazze gli sbrodolavano dietro, noi ragazzi automaticamente pensavamo: "Si, si... voglio vedere se ti piacerà ancora tra 5 anni, quando ci potrai vedere il futuro in quella boccia pelada"
A quarant'anni ha ancora la stessa stempiatura appena accennata.
Misteri della fede.
Il figliol prodigo - Adriano (Giorgio Pasotti)
Dopo un'assenza durata dieci anni, torna in Italia e sembra una riedizione di Enzo Paolo Turchi in versione artista di strada. Oppure Giovanni di Aldo, Giovanni e Giacomo nello sketch del maestro zen.
Dopo averlo visto con quella pettinatura, uno si aspetta che, per prima cosa, si trovi un buon parrucchiere. E invece no: decide di rilevare l'attività di Paolo (vedi infra) e di entrare nel racket delle statuine votive in gesso (...). Cerca di ricostruire il rapporto con un figlio che non vede da 10 anni, raccontandogli una storia vecchia come il cucco di un'anaconda che si magna un coccodrillo intero. Il ragazzino, però, ha Sky da quando era ancora in fasce, è abituato a Discovery Channel, National Geographic e nella cameretta ha un poster di Piero & Alberto Angela grosso così. Insomma: la storia del serpentone non ha l'effetto sperato e il bambino se ne va, lasciando il padre a riflettere sulle somiglianze tra uomo e scimmia. Disperato, Adriano si rifugia in trattoria, dove conosce una tipa, probabilmente di professione coiffeur, che dopo due minuti gli racconta la storia della sua vita e del fallimento del suo matrimonio e lo invita a trascorrere l'indomani in compagnia dei suoi figli. Personalmente uno pettinato così non lo farei avvicinare nemmeno al mio idraulico, ma tant'è.
Il pasticcomane - Paolo (Claudio Santamaria)
Già ne "L'ultimo bacio" si capiva che non stava mica tanto bene.
E' in cura da uno psicoterapeuta dai tempi dell'uscita di "Ricordati di me", da quando, cioè, ha visto la Bellucci interpretare la parte di un'attrice.
Ad ogni film si ritrova un parente in fin di vita o quasi. Fossi in lui avrei già fatto una lunga chiacchierata con lo sceneggiatore.
Mentre Adriano è imprigionato in un carcere di massima sicurezza in Colombia, lui gli tromba la moglie. Al ritorno dell'aspirante narcotrafficante, decide di farsi perdonare regalandogli la sua attività di spacciatore di statuine religiose. Bell'amico...
Quello di sani principi - Marco (Pierfrancesco Favino)
Ha provato per lungo tempo ad avere un figlio. Inutilmente.
All'inizio del film, confessa a malincuore agli amici di sempre di non fare all'amore con la moglie da circa un mese e mezzo. Risultato? Tutti lo scherniscono senza alcuna remora o pudore.
La moglie, nel frattempo, passa tutto il tempo davanti allo specchio, frequenta delle amiche sceme e un po' zoccolucce e torna tutte le sere ad orari improponibili.
Dopo circa mezz'ora di film, un tremendo sospetto si insinua nella mente del nostro: "Vuoi vedere che tengo le corna?!".
Anche in questo caso, ne parla con gli amici più fidati, i quali - dimostrando grande sincerità e grande tatto - gli confessano: "A noi, non ce ne frega un cazzo".
Quando scopre che i suoi sospetti sono fondati, ha un'idea geniale: "Chiederò un trasferimento a Londra, così ce ne andiamo io e te insieme e tutto si sistemerà!"
Sì, e le marmotte confezionano la cioccolata...
Il trombeur de femmes - Alberto (Marco Cocci)
Praticamente appare in tre scene. In due ha appena finito di fare all'amore.
Nella terza, pure lui ha un'idea illuminante: "Facciamoci prestare dei soldi da Marco (quello del tasferimento a Londra) e andiamocene in Brasile a coltivare caffè".
Sotto sotto considera i suoi amici del cuore dei falliti derelitti.
Evidentemente è l'unico ad aver capito qualcosa della vita.
LE DONNE
La sposa indecisa - Giulia (Vittoria Puccini)
Grazie al fallimento del matrimonio con Carlo, si ritrova ad abitare aggratis in un appartamento di 180 metri quadri, ben arredato, in stabile signorile, posto auto, riscaldamento a pavimento, modiche le spese condominiali.
Come se ciò non bastasse, convive con un belloccio sfaccendato, aspirante attore (nonostante l'espressività di un serramento in alluminio) che passa le giornate a rileggere copioni.
Dopo che Carlo scopre di avere il bubbone al cervello, si ritrova ad avere a che fare con un ragzzino scemo nel corpo di un 40enne che le rifila delle menate inascoltabili sul tempo che passa, le cose importanti e non ho mai amato nussun'altra come te...
Inutile dire che lei ci casca come una pera cotta.
Nota tecnica: dopo l'urlatrice Mezzogiorno (evidentemente le sue corde vocali non avrebbero retto ad un altro film di Muccino), ecco l'algida Puccini.
Se non altro non c'è da lavorare duro col volume della TV per non far incazzare i vicini.
La sposa dolente - Livia (Sabrina Impacciatore)
Dieci anni prima, suo marito (Adriano) ha mollato lei e il figlio per andare a fumarsi anche il fieno in Sudamerica.
Per consolarsi, lei pensa bene di iniziare una relazione con Paolo: uno dei migliori amici di suo marito, maniaco-depressivo-scizofrenico, titolare di un negozio di oggettistica sacra.
Figlia mia, poi, però, non ci lamentiamo se la vita non ti sorride.
La sposa allegra (poi amante pentita) - Veronica (Daniela Piazza)
Moglie di Marco. Decide di affogare il dispiacere di non essere riuscita a rimanere incinta, uscendo tutte le sere con le amiche.
Ad un certo punto, incontra un figatello che avrà 10 anni meno di lei che si descrive con queste precise parole:
"Veronica?!? Ciao! Io sono Lorenzo, i nostri genitori si conoscono! Venivate al mare da noi! Sai, io adesso scrivo canzoni... faccio foto d'arte, dipingo... ci provo dai! Scrivo canzoni italiane, ma canto anche in francese, in inglese... tutto! Perché non vieni in campagna da me? In realtà è una casa studio, ma se vieni da me ti faccio vedere quello che faccio!"
Inutile dire che, tempo un paio di inquadrature, e sono tutti e due ignudi sul davanzale di una finestra a fare la Catapulta Infernale dei Gemelli Derrick, ma senza i Gemelli Derrick.
IL FILM
Recensire un film di Muccino può rivelarsi molto difficile.
Perché, ammettiamolo, la tentazione (fortissima) è quella di archiviarlo come una cagata pazzesca, criticare gli attori e la regia, lamentarsi del cinema italiano in crisi, tacciare il tutto di banalità e le solite cose di cui viene da sempre accusato il regista...
E, allora, mettiamola così: "Baciami ancora" è il classico film di Muccino.
Ci sono i suoi soliti piano sequenza, rapidi e nervosi, che qualche volta funzionano e qualche volta fanno venire il mal di mare.
Ci sono i suoi soliti dialoghi fiume: romanzati, inverosimili, quasi "posticci" per i tempi, i luoghi e i modi in cui i personaggi si ritrovano a pronunciarli.
Ci sono le solite sfuriate, la solita ira-frustrazione trattenuta da troppo tempo che esplode in litigate a denti stretti al momento meno opportuno.
E, soprattutto, ci sono i suoi soliti personaggi e le sue solite storie: bambinoni cresciutelli, erotomani e schizofrenici che proprio non ne vogliono sapere di diventare grandi (i maschi), insoddisfatte, frustrate, aspiranti zoccole che diventano zoccole pentite (le femmine) e che proprio non ce la fanno a dare un definitivo calcio nel culo ai predetti bamboccioni. Macchiette che dicono e fanno cose destinate a rimanere incomprensibili, figurine tagliate con l'accetta, non si capisce bene in base a quale modello, che cambiano continuamente idea, prendono decisioni improvvise, mandano a monte rapporti e ricuciono ferite profonde che durano da anni nel giro di pochi minuti, senza alcuna apparente ragione.
Se DeAmate Muccino, DeAmerete questo film.
Altrimenti, vi verrà voglia di scrivere una recensione come questa...
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